
di Lucia Bigozzi
CASTIGLION FIORENTINO
Perché si vive con un cane, un gatto e perfino un serpente? Cosa spinge una persona a condividere casa e tempo con un animale domestico o esotico? Cosa c’è dietro questo legame e soprattutto che tipo di rapporto è? Un’indagine per andare in profondità e trovare risposte agli interrogativi, è quello che ha deciso fare Francesco Gallorini, 56 anni, veterinario e titolare della clinica specializzata in ortopedia e neurologia "San Silvestro" a Montecchio. Sono migliaia gli animali che Gallorini ha curato dal 1998, anno in cui ha indossato il camice verde, e altrettanti i proprietari con i quali si è confrontato. Un patrimonio di esperienza che lo ha spinto ad "approfondire le ragioni del legame tra uomo e animale, anche alla luce di nuove tendenze orientate alla convivenza con animali esotici", spiega Gallorini mentre sfoglia lo "shooting" realizzato attrezzando un’ala della clinica a set fotografico. Sono un centinaio gli scatti pensati per "catturare espressione e posa, cercando di leggere cosa c’è dentro. Lo sfondo è neutro e lo scatto non è contestualizzato proprio per far risaltare i protagonisti".
L’indagine evidenzia che la sfera del rapporto uomo-animale è caratterizzata da "motivazioni disparate; nella maggiorparte dei casi si sceglie un animale per colmare una lacuna, la solitudine o una condizione psicologica. In altri casi c’è un rapporto affettivo profondo o di tipo utilitaristico come nel caso del cacciatore e del cane; in altri ancora, c’è la tendenza a seguire una moda con determinate razze di animali attraverso le quali affermare una sorta di status symbol". In altre parole, alcuni proprietari di animali manifestano "un’inclinazione all’esibizionismo, oppure alla dominazione e lo fanno scegliendo una razza di animali piuttosto che un’altra", osserva lo specialista.
Accade, ad esempio con i cani molossoidi, animali da combattimento o da difesa personale che diventano "il vessillo di persone che, purtroppo, non li sanno gestire e si lasciano dominare", aggiunge Gallorini che nello studio ha unito la professione alla passione per la fotografia. E’ il primo step di un lavoro che proseguirà focalizzando il teleobiettivo su altre tipologie: "Mi incuriosisce il mondo della caccia, gli animali che fanno agility, i cani guida per non vedenti e le razze impiegate nella pet terapy. Altro filone da esaminare riguarda il rapporto tra persona e animale esotico che non è addomesticato e dunque non incline a istaurare una relazione di affettività". Un fenomeno molto diffuso anche in Valdichiana dove è in aumento l’acquisto di "uccelli esotici, ma anche di rettili, scoiattoli volanti, iguane, camaleonti, serpenti, sauri".
Al progetto di Gallorini partecipa Monica Conticini, prima donna ranger in provincia di Arezzo, che nella clinica sta portando avanti gli studi universitari come tecnico veterinario. Sarà lei l’editor della parte mediatica e artistica dell’indagine perché gli scatti di Gallorini diventeranno una mostra, come già avvenuto a Minturno: "Un progetto interessante e innovativo. Alla fine, gira tutto intorno al nostro bisogno di dare affetto, riceverne, dominare, possedere", spiega mentre prepara testi e immagini per la prossima tappa di Gallorini: a Palermo per fotografare uomini e animali nella "giungla" della città.