Scomparso in Albania, sequestrato il suo negozio di parrucchiere

Giovedì il blitz in diretta davanti a dipendenti e clienti. Nuovi sviluppi sull’inchiesta. Non si comprende l’assenza di sangue nell’auto distrutta dal fuoco

Davide Pecorelli e l'auto bruciata

Davide Pecorelli e l'auto bruciata

Arezzo, 30 gennaio 2021 - 

 

 

 

 

 La misteriosa vicenda della scomparsa dell’imprenditore Davide Pecorelli si arricchisce di nuovi elementi che, stavolta, però, non arrivano dall’Albania ma da una delle attività fondate dal quarantacinquenne sangiustinese di cui non si hanno più notizie dal 6 gennaio scorso. Nel pomeriggio di giovedì, infatti, durante l’apertura del negozio «Parrucchieri Milano» a fianco dell’ingresso principale del Centro commerciale «Valtiberino», si sono presentati addetti della cancelleria del tribunale di Arezzo che hanno invitato tutti ad uscire prima di apporre i sigilli relativi al «fallimento Parrucchieri Milano P Srls».

Il giudice delegato è l’avvocato Andrea Torturro, curatore l’avvocato Beatrice Vanni. Tutto questo tra l’incredulità dei dipendenti e dei clienti presenti al momento. Non è dato sapere le motivazioni riferite a questo provvedimento e nemmeno se il tutto è legato al caso che riguarda l’ormai ex gestore, visto che da qualche mese a questa parte l’esercizio risulta a nome della compagna albanese di Pecorelli.

Le altre attività tra San Giustino, Città di Castello e Corciano vanno avanti. Intanto – come sempre – non mancano certo sviluppi dalle indagini avviate in Albania e che in settimana sono state caratterizzate da una svolta significativa con il confronto, a Puke, tra la polizia italiana e quella albanese. A distanza di qualche giorno, si viene a conoscenza che nelle prossime ore dall’Italia arriverà in Albania un esperto pirotecnico, mentre i reperti per l’analisi del Dna del 45enne lunedì saranno inviati a a Perugia.

Sono tre gli indizi che il gruppo investigativo albanese, in collaborazione con quello italiano, sta seguendo sull’indagine riferita a Davide Pecorelli. Il giornalista di Report Tv Arsen Rusta ipotizza anche la scomparsa volontaria da parte dell’ex arbitro. Dalle indagini preliminari «non ci sono prove di omicidio», conclusione che sarebbe stata raggiunta dagli esperti italiani.

In sostanza non esiste una pista più forte delle altre, con i risultati della comparazione del Dna che saranno fondamentali. Sempre fonti giornalistiche albanesi evidenziano che in quel Paese non ci sarebbe traccia di riciclaggio di denaro, traffico di droga o scontri con gruppi criminali, dove Pecorelli potrebbe essere stato coinvolto. Anche dai tabulati telefonici non c’erano contatti sospetti.

Nel gruppo di investigatori entrerà dunque a far parte anche un esperto pirotecnico della parte italiana per scoprire la causa dell’incendio nel veicolo ‘Skoda Fabia’ noleggiato dal 45enne. Nuovi dettagli sono stati appresi dall’arrivo a Puke di esperti italiani che indagheranno sulla scomparsa: fonti suggeriscono che ci sia stato un incontro che è durato oltre due ore.

Gli investigatori hanno insistito sull’analisi dei resti mortali, esprimendo sorpresa per l’assenza di macchie di sangue all’esterno del veicolo. Davide Pecorelli è arrivato in Albania ai primi di gennaio per investire nel settore «alberghiero e turistico», ma dal 6 gennaio i parenti hanno perso con lui qualsiasi tipo di contatto. L’imprenditore italiano era a Puke dal 4 gennaio.

Aveva prenotato un albergo per tre giorni, ma il 6 non si è presentato per dormire. Il veicolo Skoda, che aveva noleggiato all’aeroporto di Rinas, è stato trovato bruciato sulla strada Gjegjan-Reps. Gli investigatori hanno trovato nelle ossa del veicolo bruciate e in altri oggetti, che si sospetta appartengano all’uomo. I resti del corpo sono stati inviati per esame al laboratorio forense di Tirana.