"Sant’Andrea? Fare bene in prova non basta"

Il grande ex Vedovini giudica quanto visto finora: "La Giostra è un’altra cosa, serve serenità. Porta del Foro deve crederci di più"

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di Sonia Fardelli

Si fa fatica a definire Enrico Vedovini un ex giostratore. Vederlo in jeans e maglietta lungo la lizza mentre guarda le prove degli altri fa un certo effetto. Come è successo un po’ con la pensione forzata dei cavalli Peter Pan e Napoleone, che hanno dovuto lasciare la lizza per raggiunti limiti di età, ma ancora entrambi in perfetta forma.

Enrico Vedovini con 40 giostre corse, 12 vittorie, 16 centri marcati (17 in realtà considerando il clamoroso errore della giuria nel 2010) commenta per La Nazione i primi giorni di prove.

"A Porta del Foro stanno facendo ottimi tiri, ma anche a giugno aveva fatto buone prove. Adesso deve riportare in Giostra quello che fa vedere durante la settimana. Ed è qui il difficile. I due giostratori giallocremisi devono darsi una svegliata, insomma. È vero che si chiede loro di crescere velocemente, ma questo è l’unico modo per contrastare Santo Spirito".

Non può mancare un giudizio sul quartiere che lo ha visto protagonista per oltre vent’anni.

"Sant’Andrea? Spero che abbia risolto i problemi di giugno. Tommaso Marmorini lo vedo bene con Conte Darko che è un cavallo super affidabile. L’altro binomio è tutto da scoprire. L’esordio di giugno è stato catastrofico. Spero che non si fidino troppo delle prove, dove spesso il cavallo va lento ed è tranquillo. In Giostra è tutta un’altra cosa".

Il giudizio su Porta Crucifera è ancora sospeso: "I giostratori di Porta Crucifera devono cominciare a dare filo da torcere agli avversari. Non possono sempre sperare in un evento fortunoso come la rottura della lancia".

Più netto quello su Santo Spirito, dominatore degli ultimi dieci anni di Giostra. "La Colombina non ha problemi. La Giostra si fa in quattro con due buoni giostratori e due buoni cavalli, loro ne hanno d’avanzo. Come cavalli di riserva hanno anche soggetti che hanno già corso il Saracino, come Pine la cavalla con cui ho corso la mia ultima sfida al Buratto. Sono super rodati ed hanno un ambiente alle scuderie, efficace e con un clima sereno, che gli altri quartieri si sognano. Quello che ho notato poi nelle prove di tutti, ma in particolare dei quartieri che devono rincorrere Santo Spirito è che evitano le difficoltà".

Vedovini spiega meglio questo concetto. "Se un cavallo va troppo veloce, viene fermato a metà lizza. Si tira solo quando la carriera è perfetta. Si fa un cinque, ci si accontenta e si smette di tirare. Ma così nessuno cresce. Il giorno della Giostra poi le cose cambiano totalmente: i cavalli vanno più veloci e non si può certo rifare la carriera. Oggi si fa la Giostra alle prove. Si guarda più a quanti 5 si colpisce che a preparare per bene la sfida al Buratto. Bisogna che i titolari si abituino alle difficoltà e a fare bene nel minor tempo possibile, non in 45 minuti. E poi queste prove lunghissime sono inguardabili. I giostratori titolari occupano quasi tutti i 45 minuti con tante carriere a vuoto e provando più cavalli. Ai giovani restano pochi tiri. E così non li fanno crescere. Bisogna trovare il modo per dare più spazio alle nuove leve".