Rondine Arezzo: rompere gli schemi per difendere la pace

Rondine Cittadella della Pace si interroga sulla sua missione in questi giorni di guerra, terrorismo e violenza. Si rinnova la volontà di difendere un patrimonio di amicizie impossibili e di trasformare il conflitto attraverso la relazione.

"Quando scoppia una guerra è come se s’interrompesse un discorso, un cammino. A Rondine è il discorso che affronta il conflitto, è il cammino che guarda la pace". È l’incipit di un documento diffuso oggi da Rondine cittadella della pace. "In questi giorni tragici nei quali la guerra, il terrorismo e ogni forma di violenza sembrano avere interrotto quel cammino, la Cittadella della Pace si interroga, come tanti, sulla sua missione" si legge nel testo di Rondine.

"Mentre diventa ancora più fermo il rifiuto della guerra e della violenza come strumento per la risoluzione delle controversie, si rinnova anche la volontà di difendere un patrimonio unico al mondo di ’amicizie impossibili’, di legami di affetto e di impegno per la pace, quelle dei giovani della World House, i giovani ‘nemici’ che a Rondine affrontano il conflitto fuori e dentro di sé, trovando strumenti creativi per trasformarlo attraverso la relazione".

Ma non solo. "Quello che sta accadendo ora tra israeliani e palestinesi, continua a succedere tra ucraini e russi, e nelle centinaia di guerre dimenticate in tutto il mondo - prosegue la nota - sono i dolori del mondo che a Rondine trovano una strada per immaginare un futuro nuovo e rompere gli schemi opposti. Nonostante le ferite, le lacerazioni e con il pensiero alle proprie famiglie e ai propri cari, ognuna e ognuno dei nostri giovani prova tenacemente a rompere questi schemi e ad alimentare ‘la forza del nonostante’".