
Il vice coordinatore FdI subentra a Landi in Consiglio "per una settimana". Listini bloccati, la Lega smentisce: "È fantacalcio"
"Grazie per la fiducia che mi avete dato eleggendomi vicepresidente per una settimana". Diego Petrucci se la cava con una battuta più 12 voti favorevoli, 18 schede bianche e 4 nulle. Da ieri il vicecoordinatore di Fratelli d’Italia è il nuovo vicepresidente del consiglio regionale. A tempo, benintesto, dato che la legislatura è agli sgoccioli. L’imminenza delle regionali d’ottobre, infatti, impone lo scioglimento in agosto del parlamentino, con il governatore uscente Eugenio Giani pronto ad indire le elezioni nei giorni a cavallo di Ferragosto. Il centrodestra, con questo passaggio, ha così ricucito lo strappo consumato con la transumanza di Marco Landi dalla Lega al partito di Giorgia Meloni.
Alla base della ’promozione’ di Petrucci, un "accordo complessivo" proprio tra Lega e FdI per interscambio di persona: alla consigliera salviniana Luciana Bartolini la carica di segretaria questore nell’ufficio di presidenza al posto di Petrucci, e lo stesso al posto del (tardivo) dimissionario Landi. Un "uno a uno palla al centro", anche per tornare a decantare "l’unità e coesione della coalizione che perdura dal 1994", dal momento che il Carroccio fino a qualche settimana fa esortava i meloniani a "comportarsi da alleati" senza fare campagna acquisti in casa altrui a meno di tre mesi dal voto. Detto ciò, le acque del centrodestra restano piuttosto agitate. Vero, dopo mesi il tavolo regionale coi rispettivi segretari è tornato a riunirsi.
Vero, si sono registrati segnali concilianti anche sulla candidatura a governatore del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (nella foto). "Niente veti reciproci, è lui il favorito, ci rimettiamo al tavolo nazionale", ammettono i leghisti, pronti a chiudere nel cassetto la candidatura fatta in casa della capogruppo in Regione Elena Meini e a smentire l’opzione dei listini bloccati per blindare aspiranti consiglieri regionali: "Puro Fantacalcio, manca la data del voto e dei candidati, la questione non è ancora stata affrontata". Ma "distanze importanti" restano sul perimetro della coalizione.
L’idea di una ’civica del presidente’ ambita da Tomasi non piace alla Lega, a Forza Italia e a un pezzo di FdI. Il ragionamento è su quanto "allarghi o meno il fronte", dicono i detrattori alle prese con l’ansia da sbarramento. I meloniani, nel frattempo tirano dritto su Tomasi e" fanno campagna elettorale con eventi e iniziative. Come quella di mercoledì a Firenze per celebrare il primo anno a Bruxelles dell’eurodeputato Francesco Torselli, con cinquecento persone a raccolta "a dimostrazione che l’Italia sta cambiando l’Europa e che la Toscana è stufa della sinistra". Tanto che sul palco Tomasi è stato chiamato, senza indugi, in qualità di "candidato presidente della Regione Toscana" non più in pectore.
Francesco Ingardia