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Cronaca

Provincia, udienza dal Gip per la giunta ormai decaduta: il caso è quello dello stipendio concesso ad un presidente Atc. Data? Il 25 novembre

Il presidente e gli otto assessori (al lavoro ora a titolo gratuito) risponderanno dell'accusa di abuso d'ufficio: con loro il segretario generale e il presidente dell'azienda

La giunta della Provincia

Arezzo, 12 luglio 2014 - Per colpa di Renzi non sono più una giunta ma un presidente trasformato in commissario e otto assessori volontari. Una giunta "fantasma", quella della Provincia, che però apparirà nell’aula del Gip al gran completo. Per rispondere, insieme, dell’accusa di abuso d’ufficio, per lo stipendio che fu concesso al presidente dell’Atc 3 di Arezzo. Illegittimo secondo il Pm Julia Maggiore, che ha chiesto una raffica di rinvii a giudizio. Ora è fissata anche la data dell’udienza preliminare, si svolgerà il 25 novembre nell’aula del giudice Giampiero Borraccia. Nessuno sembra intenzionato a chiedere riti abbreviati e ci sono due soli esiti possibili: o un proscioglimento generale o un processo in cui, a quel punto, ex presidente ed ex assessori andrebbero a ricomporre la giunta dentro un’aula di tribunale. I nomi sono noti: Roberto Vasai, la vicepresidente Mirella Ricci, gli assessori Carla Borghesi, Andrea Cutini, Piero Ducci, Rita Mezzetti Panozzi, Antonio Perferi e Francesco Ruscelli.  In più Gabriele Chianucci, segretario generale della Provincia e anche il principale dei sopravvissuto nella struttura burocratica, Giorgio Kwiatowski, presidente dell’Atc cui fu concesso lo stipendio, e i membri del comitato di gestione dell’ambito di caccia: Alessandro Calzolari, Giancarlo Giusti, Mirco Sbragi, Marcellino Lunghini, Mauro Cordì, Lorenzo Pasqui, Rino Saurini e Lido Nicchi. Nel dicembre 2010, la giunta decide di concedere al presidente Kwiatowski il numero 3 appunto, ma anche un importante esponente del Pd, un appannaggio di 24 mila euro, sulla base di un regolamento regionale che parrebbe consentirlo. La pratica finisce sul tavolo dell’allora procuratore capo Carlo Maria Scipio, secondo il quale c’è invece una palese violazione di una legge statale, la 122 del 2010, secondo la quale gli incarichi in organi finanziati a spese pubbliche debbono essere onorifici, al massimo a gettone.  Inutile dire che Vasai & C. si sono sempre difesi invocando la correttezza del loro comportamento e citando le norme che ne avrebbero giustificato le decisioni.