Propaganda islamista sul dark web Perquisizioni e indagini in provincia

Un giovane nella rete della Procura di Roma che ha individuato 29 persone coinvolte in tutta Italia. Tra il materiale scaricato c’erano anche manuali di combattimento e di auto-addestramento militare

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di Federico D’Ascoli

L’aspirante jihadista nei meandri del dark web. Quella parte di internet che rimane in ombra e nella quale si può trovare di tutto: video e manuali di addestramento che insegnano a utilizzare un mitragliatore, a costruire una bomba, a commettere attentati. File sulla storia del Califfato e i suoi martiri. Articoli dai contenuti estremisti e che inneggiano alla morte dell’Occidente. Un giovane residente nella nostra provincia è indagato dalla Procura di Roma per il reato previsto e punito dall’articolo 270 bis del codice penale: ossia per aver promosso, in concorso con altre persone, l’organizzazione terroristica Isis sul dark web.

Il giovane avrebbe trascorso diverso tempo, scaricando anche materiale "proibito", stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori capitolini. È tra le 29 persone coinvolte nella maxi inchiesta per associazione con finalità di terrorismo internazionale condotta dalla polizia e dai carabinieri. Sull’inchiesta c’è il massimo riserbo ma nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi e particolari.

L’indagine è iniziata un anno fa dopo una comunicazione dell’Fbi che ha segnalato la presenza di un sito di propaganda islamista nel dark web al quale si erano collegati internauti sul territorio italiano.

Tra il materiale consultato ci sono video e immagini di propaganda raccolte della rivista Al Naba, organo ufficiale di Daesh, comunicati dell’agenzia di stampa Amaq che diffonde le principali operazioni di Isis nel mondo, audio della casa mediatica Al Furqan e della radio ufficiale dello Stato Islamico Al Bayan, manuali di tecniche di combattimento e auto-addestramento, oltre a file multimediali contenenti la storiografia del Califfato. Un archivio sconfinato di immagini in cui i tagliagole dell’Isis appaiono in posa con lanciamissili, coltelli, Kalashnikov. Polizia e carabinieri hanno scoperto un voluminoso elenco di circa duemila indirizzi Ip di persone che si erano collegate al portale. Tra di loro c’era anche il giovane residente nell’Aretino.

Le ipotesi di reato a suo carico per il momento si fermano qui: pagine visualizzate a parte, non ci sono allo stato attuale elementi che possano far supporre un suo coinvolgimento attivo e diretto nella galassia del terrorismo islamico. Alcuni terminali tecnologici in suo possesso sono stati sequestrati nei giorni scorsi. Verranno ora passati al setaccio da un perito alla ricerca di ulteriore materiale multimediale riconducibile al Califfato.