
di Maria Rosa Di Termine
La Regione è pronta a varare un’ordinanza che imporrà di stilare un piano di caratterizzazione della discarica di Podere Rota. Ovvero uno strumento per ricostruire gli eventuali fenomeni di contaminazione ambientale e definire gli interventi necessari alla bonifica del sito. Ad annunciare l’imminente arrivo del provvedimento è stata l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni che ha sottolineato come l’atto produrrà conseguenze anche sul Paur, il procedimento autorizzativo per ampliare la struttura terranuovese.
La notizia è giunta all’indomani dei risultati delle analisi eseguite dal perito nominato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze che hanno fatto emergere gravi livelli di inquinamento nei materiali utilizzati per costruire la Provinciale 7 di Piantravigne e in particolare la presenza di cromo, arsenico, selenio e boro in concentrazioni elevate. Inerti per realizzare la strada forniti dall’impianto Lerose di Bucine, al centro dell’inchiesta sullo smaltimento di keu, i residui di lavorazione dei fanghi di conceria. E Monni ha annunciato che l’intenzione dell’ente toscano è di provvedere ad ulteriori verifiche in altre zone del Granducato interessate dalle indagini della magistratura.
Netto il giudizio dell’esponente dell’esecutivo Giani sulle questioni attinenti a Podere Rota con i "repetita" già espressi più volte: "Se c’è una contaminazione – ha dichiarato - questa va interrotta e si deve procedere alla bonifica. La tutela dell’ambiente è la precondizione. Sulla discarica erano in corso complesse valutazioni di carattere tecnico.
La consulenza tecnica pervenuta dalla Procura ha accelerato la definizione della situazione e anticipato le conclusioni". Ora dunque sarà adottato l’atto che intima di redigere il piano funzionale a impostare le azioni indispensabili a bonificare la zona che per più di 30 anni ha smaltito la nettezza del territorio e non solo. Ovviamente il diktat regionale, come ha ribadito Monni, avrà riflessi anche sull’istanza presentata dal gestore Csai per chiedere l’aumento dei volumi destinati ai rifiuti speciali non pericolosi, perché la salvaguardia ambientale, ha puntualizzato, "è sempre stata e rimane la precondizione per qualunque intervento". Tornando al miscelato inquinante che contiene keu rilevato sulla SP7, l’assessore ha spiegato che Csai, nella sua veste di soggetto non responsabile della contaminazione, sta già definendo il piano di caratterizzazione che dovrà concludersi in tempi brevissimi.
Sul punto è intervenuta anche il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi. Citando fonti di stampa riferite al report presentato dal perito della Dda, che metterebbe in dubbio la correlazione tra keu e i valori anomali di cromo nel piezometro denunciata in Procura da Csai, la prima cittadina commenta: "Dopo il nuovo rapporto di ispezione ambientale di Arpat che conferma una potenziale contaminazione delle acque sotterranee anche per l’anno 2020, emerge un altro documento che aggiungerebbe ulteriore preoccupazione rendendo necessario alzare ulteriormente il livello di attenzione sulla situazione generale di Podere Rota".