Ospedale: via alla trasformazione

Blocco ambulatori, maxiarea Covid Cure intermedie alla S.Giuseppe

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di Alberto Pierini

Sarà Enrico Rossi a suonare la prima campanella del nuovo ospedale: e insieme della trasformazione complessiva della sanità aretina. Il governatore è atteso oggi alle 16, come spesso succede al giro di boa del mondo dei reparti. Spesso la sua presenza coincide con l’inaugurazione di nuovi reparti o di nuovi servizi. Stavolta ha il sapore di un varo. E’ la rivoluzione alla quale Antonio D’Urso lavora dalla fine del lockdown, prima affiancato da Monica Calamai, ora direttrice a Ferrara, e poi da Simona Dei, alla guida della rete ospedaliera. Ed è anche il frutto del confronto serrato con il Comune: che già aveva portato al primo "brindisi", l’ok alla seconda casa della salute. E insieme al progressivo trasferimento del centro prelievi nei locali sopra il multipiano Baldaccio. Ora arriva il resto.

Punti fermi? Intanto la super-area Covid, lo spettro con il quale bene o male dobbiamo continuare a fare i conti. Già approvata la delibera per il primo ampliamento della Rianimazione: per ora nove posti, ai quali ne seguiranno altri nove per portare il totale a trenta. Quindi il trasferimento dell’area tecnica, finora al piano terra sotto rianimazione, esattamente gli spazi dove si svilupperà l’ampliamento.

Seconda mossa l’ampliamento del resto dell’area Covid, malattie infettive e pneumologia. Previsti almeno altri venti posti letto, rafforzando la risposta in caso di seconda ondata o comunque di future pandemie.

Rafforzamento di ematologia e conferma dell’oncologia nella palazzina Calcit, lasciando i suoi nuovi spazi al quarto piano.

Sempre all’interno dell’ospedale si costituirà un blocco ambulatoriale unico: da ortopedia a oculistica a otorino alle altre branche.

Sarà concentrato nella prima scala: la stessa per la quale sono previsti interventi di rafforzamento sul piano antisismico.

Al centro ovviamente il grande progetto delle nuove sale operatorie, da sviluppare in progress. Per una chirurgia che almeno per ora sembra frenare sulla linea dei piccoli interventi da effettuare al centro chirurgico. E’ una prospettiva che resta in piedi sul piano progettuale ma nell’accordo firmato nei giorni scorsi sul periodo giugno-dicembre nulla è previsto.

Resta invece la linea di fondo: un ospedale rafforzato nei suoi percorsi terapeutici. Con l’area medica concentrata tra il quarto e il sesto settore, il trasloco della medicina d’urgenza per ampliare il pronto soccorso. E l’alleggerimento di funzioni da trasferire nel territorio.

L’Hospice, che raddoppierà da da sei a 12 posti, dovrebbe insediarsi stabilmente nella bellissima sede Koinè di Pescaiola, dove ha già trovato un’alta qualità di accoglienza da quando la sua sede, la palazzina Calcit, è tornata ad oncologia.

Prosegue il rafforzamento delle cure intermedie: anzi, proprio ieri la Regione ha calato l’asso, con un investimento di 50 milioni di euro e un aumento di posti letto che solo nella Asl Sud Est Toscana andrà da 189 a 333. Questo raddoppiando il parametro: portato a 0,4 letti ogni mille abitanti. Già era previsto un aumento a 40, a questo punto sarà più sostanzioso, anche se parte dell’investimento servirà per nuove attività di supporto.

Sul territorio la disponibilità richiesta è quella della Clinica San Giuseppe, che già dovrebbe vedersi assegnati sedici nuovi posti, quindi due moduli da otto. Mentre i posti di secondo livello dovrebbero coinvolgere anche l’Istituto di Agazzi. Tra i rafforzamenti interni all’ospedale anche quello della dialisi, una delle richieste più pressanti arrivate dal sindaco e dall’assessore Lucia Tanti. Novità in vista anche per gli ospedali di Cortona, Bibbiena e Sansepolcro. La campanella suona anche per loro.