Ospedale a nuovo in cinque anni Così sarà la mappa di tutti i reparti

Partenza con il blocco operatorio e l’ampliamento del pronto soccorso: poi la scansione dei tempi. Ambulatori alla prima scala, diagnostica al piano zero. La rivoluzione delle degenze, i futuri percorsi

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di Alberto Pierini

AREZZO

Dove non arriveranno medici e infermieri arriveranno i robot. I robot "convocati" negli attuali spazi del seminterrato per innervarlo di una rete di trasporti per tutto il materiale di consumo, dal vitto fino ai rifornimenti. E’ il volto tecnologico del San Donato: anzi del nuovo San Donato. Quello che sbucherà da un percorso di cinque anni, quasi sei: da qui fino al 2028. Una road map tradotta in un masterplan di circa sessanta pagine e che nei giorni scorsi è stato varato con una delibera firmata dal direttore della Asl Antonio D’Urso.

E’ una revisione totale e complessiva dell’intera struttura. Con tanto di palazzina nuova. E che in realtà è un blocco di forma allungata, da realizzare tra la quinta e la sesta scala. Per ora finalizzato a guadagnare spazi preziosi nel periodo dei cantieri. Poi per rimanere parte integrante della struttura.

Tutte le attività ambulatoriali nel primo settore, o meglio nella prima scala e in una parte della seconda. In parallelo alla diagnostica: il suo spazio sarà il piano zero, quello al quale oggi si scende per le analisi, e che percorre tutta la lunghezza dell’ospedale.

Sempre al piano zero sarà realizzata la nuova sede del laboratorio per l’appunto di analisi. E anche qui l’innesto della tecnologia: un sistema di posta pneumatica per evitare gli spostamenti delle provette per mano agli operatori. Un modo per razionalizzare le forze e ridurre i tempi.

Poi la rivoluzione delle degenze, organizzate in settori totalmente ristrutturati. Quelle chirurgiche tutte vicine, per sfruttare al meglio i percorsi chirurgici: tra le cui tappe ci sono il day surgery multidisciplinare, la gestione separata delle urgenze e altri passaggi. A ridosso delle degenze chirurgiche ci saranno quelle mediche. Motivo? Smettere di fare i chilometri nei collegamenti tra l’intervento, le cure che seguono all’operazione e la successiva presa in carico da parte dei reparti medici.

E i trasferimenti o rafforzamenti. Grazie ai lavori al piano zero del quinto settore ci sarà il trasferimento della dialisi: ambienti più ampi, necessari per l’espansione dei letti tecnici, determinanti per i pazienti, e anche per garantire un accesso dall’esterno diretto e più agevole. In un reparto che da fuori viene raggiunto per le sedute periodiche.

E lì dove attualmente è la dialisi, al terzo piano del quinto settore, saranno trasferiti i reparti di neurologia e di riabilitazione funzionale. Con una riserva: ogni mossa del masterplan sarà via via rivista ove emergessero esigenze diverse.

Nell’anello interno saranno realizzati gli spazi per la radiologia interventistica: siamo ancora al fatidico piano zero. Sarà spostata anche la direzione del presidio e questo consentirà di ricavare spazio al nuovo centro trasfusionale.

Ancora: grazie alla liberazione di spazi ambulatoriali al primo piano del quarto e quinto settore, consentirà di concentrare qui il reparto di cardiologia e l’Utic con l’emodinamica. Allo stesso piano del pronto soccorso e collegato con la zona dell’emergenza da un corridoio. E vediamo i tempi, al cronometro del masterplan. Partenza da gennaio con il blocco operatorio, per ora quelli strutturali e poi sulle nuove sale chirurgiche. E insieme l’ampliamento del pronto soccorso. A seguire la costruzione della palazzina nuova, definita "volano".

Nel 2024 sarà l’ora della riqualificazione complessiva del pronto soccorso e degli spazi destinati alla radiologia interventista, sempre a ridosso della zona di emergenza. Sempre nel 2024 l’adeguamento degli ambulatori della nefrologia. IL 2025 vedrà il completamento di questi primi interventi. Nel 2026 via alla ristrutturazione dei reparti: dalla prima scala alla seconda nei piani alti dell’anello esterno. Durante i cantieri tutti nel "volano". L’anno successivo inizieranno i lavori ai reparti residui dell’anello esterno.

Nel 2028 il capolinea. L’ospedale resterà infinito ma, assicura il masterplan, più pratico da percorrere. Magari con il navigatore che per allora dovrebbe essere fornito ai pazienti.