Oltre il visibile, il mondo dell’ignoto in mostra alla Galleria Imago

Mostra "Oltre il visibile" a Arezzo con opere di Frank Dituri e altri fotografi, esplorando il mistero e l'ambiguità della vita attraverso immagini suggestive. Inaugurazione il 25 maggio.

Oltre il visibile, il mondo dell’ignoto in mostra alla Galleria Imago

Oltre il visibile, il mondo dell’ignoto in mostra alla Galleria Imago

Il mondo dell’ignoto raccontato da quattro fotografi. La Galleria Spazio Imago di Arezzo sarà sede di una mostra di interesse nazionale dal titolo "Oltre il visibile" che condurrà il visitatore in un viaggio tra il mistero e l’ambiguità della vita attraverso le immagini scelte da Frank Dituri, fotografo italo-americano tra i massimi rappresentanti della fotografia contemporanea. Taglio del nastro e vernissage saranno domani sabato 25 maggio alle 17, poi la mostra sarà visitabile gratuitamente ogni sabato e ogni domenica fino al 9 giugno con orario dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.. "Il fil rouge che lega i quattro fotografi protagonisti della mostra", ha spiegato Frank Dituri, "si trova nell’affermazione di Francis Bacon per il quale compito dell’artista è sempre quello di approfondire il mistero. Nell’arte spesso è il mistero della bellezza e dello spirito interiore a essere fondamentale". La ricerca del mistero è ben espressa dalle astrazioni visive di Michael Morris che con le sue linee, le sue forme e suoi colori evoca emozioni e suggestioni profonde. Il fotografo americano sarà presente ad Arezzo con il progetto Time itself, già esposto in varie gallerie, in Europa e negli Stati Uniti. Un viaggio in un regno onirico e romantico è invece Soft focus del fiorentino Luca Cini con immagini eteree che sembrano provenire da un altro tempo, da un altro luogo o forse da un’altra realtà. A completare e arricchire il percorso di "Oltre il visibile" saranno gli scatti di due fotografe aretine selezionate tra i soci di Imago: Laura Lusini e Rosaria Chimenti. La prima con Fram(me)nti fornisce solo indizi parziali di ciò che è presente, mostrando elementi scomposti di sé che rimandano a un precario equilibrio tra rifiuto e accettazione, presenza e assenza, distanza e conciliazione, mentre la seconda presenta una serie di autoritratti del progetto BiPolar-oid che offrono una visione non convenzionale di sé e suggeriscono l’inganno celato dietro ogni fotografia.