Arezzo, 9 gennaio 2022 - «Quando mi hanno detto che Cristina era positiva, ho dovuto sedermi e riprendere il fiato». Gabriele Succi ha la voce stanca, le parole escono a fatica. Da venerdì pomeriggio sua moglie, Cristina Rosi, 38 anni, è ricoverata nell’area Covid dell’ospedale di Arezzo.
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«I medici dicono che mia moglie sta reagendo e lei sorride a tutti. Siamo fiduciosi», dice il quarantaduenne aretino che si aggrappa alla speranza e accoglie con sollievo le notizie che arrivano dal San Donato. La nuova battaglia che Cristina ha ingaggiato, stavolta è contro il Covid ma non è una sfida come tante, in questa pandemia.
Per lei è diverso, perché un anno e mezzo fa - luglio 2020 - un arresto cardiaco al sesto mese di gravidanza la ridusse in coma e la bimba nacque con parto cesareo: entrambe hanno riportato problemi cerebrali e motori. La storia di Cristina, una casa ad Alberoro e un progetto di vita con il marito Gabriele, 42 anni, arricchito dall’attesa di Caterina, da quasi due anni è fatta di ospedali, camici bianchi e terapie; in tutto questo tempo madre e figlia non si sono mai incontrate.
Una vicenda che ha avuto eco nazionale e generato una catena di solidarietà con la raccolta fondi lanciata dalla famiglia sulla piattaforma GoFunMe per sostenere le cure. A fine novembre, dopo otto mesi trascorsi in Austria, nella clinica dove si è risvegliata e ha fatto progressi, l’aretina è rientrata in Italia, accolta in una struttura riabilitativa di Montevarchi. «Le avevo fatto visita martedì. Cristina era tranquilla e sorridente. Il giorno dopo aveva un po’ di febbre e dal tampone è risultata positiva.
E’ stata trasferita all’ospedale di Arezzo per essere monitorata in maniera adeguata. Il paradosso è che a breve avrebbe dovuto fare il vaccino, ma il virus è stato più veloce. So che la mia Cristina è forte ma noi siamo affranti, anche per mia figlia» dice Succi. La piccola Caterina è seguita dal team di esperti della Pediatria del San Donato, in collaborazione con i colleghi dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, e assistita a casa da alcune persone, comprese le nonne.
In questi giorni la famiglia ha temuto anche per la piccola perché il Covid ha colpito una signora che l’assiste e la mamma di Cristina. «Fortunatamente i tamponi molecolari hanno certificato che Caterina è negativa. E’ l’unico conforto. Sono triste e sfiduciata», sussurra a mezza bocca Mirella, che per otto mesi si è alternata con il genero nella clinica austriaca, accanto alla figlia.
Ora è in isolamento nella sua casa «vicina a quella di Cristina e Gabriele; è doloroso pensare a mia figlia di nuovo in ospedale e alla piccola che non posso aiutare». Quando Cristina è rientrata in Italia ad attenderla c’era una promessa mantenuta: un messaggio vocale di Gianna Nannini che la incoraggiava ad andare avanti anticipando l’idea di una visita futura. Cristina è una fan irriducibile della rockstar senese e da quel messaggio aveva preso nuova forza, come durante il lungo sonno, quando Gabriele e Mirella le facevano ascoltare le sue canzoni.