
Natività di Piero e polemiche. Il direttore della National Gallery:: "Restauro complicato ma efficace"
di Claudio Roselli
SANSEPOLCRO
"Londra è una seconda casa, ma qui siamo nella vera casa di Piero della Francesca, quella dove lui ha realizzato il dipinto. Noi abbiamo cercato di effettuare un restauro decoroso e a Sansepolcro volevamo presentarlo per la prima volta". Queste le parole di Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra, la grande collezione che ospita tre opere di Piero: il San Michele Arcangelo, il Battesimo di Cristo e la Natività; proprio su quest’ultima e sull’accurato restauro al quale è stata sottoposta dal 2020 al 2022 era incentrato il grande evento di ieri pomeriggio in una Casa di Piero riempita da oltre 200 persone e con al completo i membri del comitato scientifico della Fondazione che all’artista di Sansepolcro è intitolata e che con questa operazione si è riappropriata in pieno del suo ruolo, come evidenziato dalla presidente Francesca Chieli. Il direttore Finaldi era accompagnato dall’artefice del delicato intervento, la dottoressa Jill Dunkerton, conservatrice dei dipinti dell’istituto londinese, che ha illustrato i quattro restauri eseguiti sulla Natività da quando è stata acquistata a Firenze e portata in Inghilterra. In maniera dettagliata, sono state ricordate tutte le vicissitudini legate a una tavola che già nel XIX secolo era parzialmente rovinata, a causa – ha specificato – anche del clima umido che caratterizza Sansepolcro. L’opera, documentata nell’inventario dei beni della famiglia nel 1500 come "una tabula cum nativitate domini nostra manu magistri Petri", è stata esposta nel palazzo della famiglia Franceschi Marini (oggi Palazzo delle Laudi), sino alla sua immissione nel mercato antiquario fiorentino nel XIX secolo e Piero potrebbe averla realizzata per il matrimonio del nipote, che ha abitato nella Casa.
"Il restauro è stato molto complesso – ha sottolineato Finaldi – proprio perché la Natività ha avuto una storia molto travagliata, quindi per restituirla al massimo delle potenzialità e in maniera integrale abbiamo lavorato su tutto ciò che era possibile, arrendendoci di fronte a quelle parti compromesse dalla sua storia. Merito di Jill Dunkerton, che ha lavorato con molta intensità durante il periodo del Covid-19 e con mezzi scientifici di analisi molto avanzati. Abbiamo agito con criteri ben definiti, l’opera è stata trattata con enorme attenzione. I risultati sono alquanto positivi, anche se non tutti saranno d’accordo".
Nel finale, collegamento in videoconferenza con Vittorio Sgarbi, che ha elogiato il lavoro fatto.