
Infermiere, foto d'archivio (iStock)
Arezzo, 6 dicembre 2021 - Non ha ancora denunciato ma si è sfogata con un’amica che l’ha messa in contatto con l’associazione aretina di promozione sociale Collettivæ che ha raccontato la sua storia sul web. Una violenza sessuale fatta di palpeggiamenti osceni al centro prelievi dell’ospedale San Donato. Un fatto che sarebbe successo sabato mattina e che l’associazione guidata da Aurora Bui ha denunciato con un post sui social network: «L’uomo ha toccato la donna nelle parti intime con commenti riferiti alla sua fisicità e rivolgendole domande relative alla sfera privata e intima, oltreché pesanti avances. Ha inoltre dichiarato di essere coniugato» si legge su Facebook. Parlando con i referenti dell’associazione la storia assume sfumature più intime: «L’amica l’ha messa in contatto con noi che le abbiamo offerto la consulenza legale per sporgere denuncia. A ieri pomeriggio non ancora formalizzata. Come quella che potrebbe arrivare dall’altra ragazza under 30 che sarebbe stata sottoposta alle stesse, moleste, attenzioni dell’operatore sanitario in servizio sabato mattina al San Donato. Nel frattempo l’Asl non ha perso tempo e ha avviato un’indagine interna per risalire al colpevole. Per stessa ammissione delle vittime non ci sono testimoni in grado di confermare i tocchi insistiti alle parti intime nel momento in cui stava avvenendo il prelievo. «Si comunica che la direzione aziendale si è immediatamente attivata, avviando indagine interna, per verificare i fatti denunciati e le eventuali responsabilità del personale Asl. Se saranno accertate responsabilità verranno presi provvedimenti di natura disciplinare e con invio dell’esito delle indagini alla Procura della Repubblica», le parole affidate ai giornalisti dall’Asl. Tra i sospettati, per gli orari di lavoro che coincidono, c’è un dipendente dell’Asl che a ieri sera non era rintracciabile. Ferma la presa di distanza dell’Ordine delle professioni infermieristiche con il presidente Giovanni Grasso: «Se fosse confermata la veridicità di quanto viene segnalato dall’associazione Collettivæ e e se l’autore del gesto fosse un infermiere iscritto a Opi Arezzo – afferma il presidente Grasso – applicheremo la legge. In questi casi, infatti, il consiglio direttivo dell’Opi, d’ufficio o su segnalazione del prefetto o del procuratore della Repubblica, inizia e porta a termine i procedimenti disciplinari». «Le sanzioni che possono essere comminate sono la sospensione dall’esercizio della professione per la durata da uno a sei mesi e la radiazione dall’Albo. Rimaniamo in attesa dell’indagine interna alla Asl Toscana Sudest, e della denuncia» conclude Grasso.