
AREZZO
Diciassette obiettivi suddivisi in punti di forza e di debolezza sono stanno dentro l’agenda Arezzo 2030, il rapporto sui principali indicatori economici della provincia aretina relativi ai target di sviluppo sostenibile. Indicatori che descrivono il livello aretrino rispetto alle "regole" del dossier Onu. Sono 17 gli obiettivi riferiti al mondo economico, del lavoro e dell’impresa. Povertà, sicurezza alimentare, stili di vita e benessere ma anche lavoro, educazione, innovazione digitale, autonomia energetica, gestione dei rifiuti e pure squilibrio demografico: sono tra i "capitoli" del report presentato al Campus universitario del Pionta. Lo studio è stato elaborato dalla Camera di commercio e l’università, con il contributo di Acli e Mcl.
In dettaglio. Alla voce "povertà", il report evidenzia tra i punti di forza il dato dei "depositi bancari pro-capite, superiore alla media regionale, anche nel 2020", mentre tra i punti di debolezza individua la flessione costante del tasso di natalità provinciale, con un quadro immutato negli ultimi due anni "anche se il valore per Arezzo è tra i più alti della Toscana". E ancora: i protesti (per mille abitanti) "hanno un valore superiore alle media toscana". Quanto al reddito di cittadinanza "il valore percentuale dei percettori, sempre per mille abitanti, è inferiore alla media toscana", tuttavia il report segnala nel "2021 un valore più che raddoppiato".
L’indicatore che misura il grado di sicurezza alimentare, se da un lato evidenzia che la percentuale di persone obese è inferiore a quella regionale, dall’altra registra che la media degli studenti delle superiori in sovrappeso è maggiore di quella toscana. Al capitolo "educazione", tra i punti di forza c’è il dato sulla dispersione scolastica nelle scuole medie che a livello provinciale è più bassa rispetto al trend regionale. Di contro, c’è il numero dei diplomati, che resta sotto il livello toscano.
Il trend economico. Indicatori positivi sono l’incidenza dell’export che supera il dato regionale e nazionale, il tasso di disoccupazione - anche tra i giovani - è sotto la media toscana, l’impatto economico dei prodotti con marchio di certificazione (Dop, Igp ad esempio) che posiziona Arezzo tra le prime quattro province in Toscana. Punti di debolezza: i contratti "sono prevalentemente a tempo determinato", il tasso di infortuni mortali sul lavoro è "diminuito nel 2018 del 7% ma è superiore a quello regionale e nazionale"; infine il dato sulla pensione media provinciale, tra le più basse della regione e il fatto che motore dell’economia a livello di esportazioni resta prevalentemente il settore orafo. Complessivamente, dall’analisi emerge che la provincia di Arezzo ha "una discreta implementazione dell’Agenda 2030" ma c’è ancora molto da fare.
La presentazione del rapporto è stato anche il primo evento ufficiale ad Arezzo per il neo rettore dell’Università senese Roberto Di Pietra. Presenti, tra gli altri, anche il presidente di Unioncamere nazionale Andrea Prete, e il presidente della Camera di commercio Massimo Guasconi. "E’ un buon modo per cominciare, noi mettiamo in campo la nostra capacità di ricerca e di analisi" ha spiegato Di Pietra annunciando una novità: "Sulla sede aretina faremo scattare un percorso formativo che sarà introdotto a breve e sarà un’offerta formativa aggiuntiva rispetto a quella disponibile".
LuBi