Meningite a 19 anni, paura per uno studente. Reagisce alle cure, in cento sotto profilassi

Febbre e mal di testa: parte l’allarme, è in ospedale, non rischia la vita Fa l’ultimo anno delle superiori, subito l’antibiotico a tutti i suoi compagni Ancora ignoto il ceppo batterico: era vaccinato contro il B e contro il C

Sotto profilassi i contratti stretti del giovane

Sotto profilassi i contratti stretti del giovane

Arezzo, 18 marzo 2023 –  Febbre alta e un mal di testa quasi insopportabile: per questo mercoledì ha deciso di presentarsi al pronto soccorso della Gruccia. E ha fatto bene: perché non era un’influenza di stagione. Era meningite. Meningite a 19 anni: una di quelle patologie che spesso e volentieri colpiscono proprio i giovani. E nelle quali è decisiva una diagnosi rapida. Come in questo caso. I sintomi sono stati letti bene, dai test è arrivata la conferma, già giovedì il ragazzo veniva ricoverato a malattie infettive: al San Donato, nel reparto guidato da Danilo Tacconi, lo stesso che per oltre due anni ha ospitato la grande lotta contro il Covid.

Ed è ancora in quel reparto: ovviamente isolato dagli altri, ma in condizioni stabili e soprattutto non in pericolo di vita. Ma la paura c’è stata e c’è, perché il "nemico" è di quelli che nel tempo ha fatto danni. Come nel biennio 2015-2016, con vittime anche in Valdarno. E in parallelo è partita la corsa alla profilassi: con l’ufficio di igiene sugli scudi. Perché se in un giorno o poco più riesci a trattare circa cento persone il risultato è importante. Il giovane frequenta l’ultimo anno dell’Isis Valdarno, una delle più grandi scuole della provincia. Con tre anime, dal tecnico al professionale all’ex ragioneria. E il primo inevitabile trattamento ha riguardato la sua classe e quanti in qualche modo lo avessero incrociato stabilmente nell’istituto.

In tutto una sessantina. Ai quali aggiungere naturalmente i familiari, la fidanzata, i contatti più stretti. Ma anche i colleghi di passione, la palestra che il ragazzo frequenta. Tutto in poche ore: che poi si va ad unire all’appello che ospitiamo a fianco per chi dovesse avere sintomi dopo aver incontrato il giovane nell’arco degli ultimi giorni. La Asl cerca e convoca direttamente i contatti stretti, impossibile e anche non previsto muoversi su tutti gli altri. Una macchina lanciata mentre il diciannovenne veniva curato in ospedale.

E’ una meningite per ora "senza padre": non si conosce il ceppo del batterio responsabile e questo proprio per la tempestiva somministrazione degli antibiotici, quelli che hanno immediatamente migliorato la sua situazione clinica. Potrebbe essere da meningococco? Potrebbe, anche se il ragazzo era vaccinato sia dalla forma B che da quella C. Da qui la spinta alla profilassi che arriva da Elena De Santis, la responsabile dell’ufficio di igiene. Che ne ha ripercorso anche le ultime giornate prima della malattia: la discoteca, i viaggi in treno, la palestra, ovviamente la scuola. Un percorso a ritroso: l’incubazione del "nemico" dura da due a dieci giorni, se ti vengono quei sintomi dopo averlo solo incrociato sai dove devi, o meglio dovresti andare.

Perché alla fine la meningite conta in un anno per fortuna pochissimi casi. "Al massimo uno o due in una provincia come quella di Arezzo" conferma De Santis. Colpisce i più fragili ma colpisce spesso proprio gli adolescenti. Come questa volta. Passando da un mal di testa terribile: ma finendo "bombardata" da una terapia antibiotica che sembra essere stata più forte di lei .