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Magnolfi: perché sto con Ghinelli, così la nuova sanità

"Non so ancora se entrerò in lista, so invece che sostengo convintamente il sindaco Ghinelli". E’ Fabrizio Magnolfi che parla, il conosciutissimo medico aretino a lungo primario del reparto di gastroenterologia e che adesso è sceso in campo a fianco della lista civica del primo cittadino. "Conosco da anni Ghinelli, l’ho sempre stimato e in questi cinque anni ha fatto bene, ha rappresentato ottimamente Arezzo anche all’esterno".

Magnolfi si proietta in quella che è una vera e propria sfida dei dottori: oltre a Ralli candidato sindaco del centrosinistra, si sono già posizionati (entrambi in appoggio di Ralli) anche Michele De Angelis, Stefano Tenti e Angiolo Agnolucci. "Ma è normale - osserva Magnolfi - che le migliori energie si mettano a disposizione della città, ben vengano i professionisti pur se faccio osservare che non basta essere un buon medico per essere un buon sindaco. Non c’è solo la sanità, occorre avere competenze anche di economia, di urbanistica, di ambiente e quant’altro. Ecco perché sto con Ghinelli".

Ma la sanità rimane ovviamente il campo di Magnolfi. "E infatti - spiega - ho preparato cinque o sei paginette sul tema, senza dimenticare che un sindaco si occupa solo di igiene pubblica, alla gestione pensa l’Asl con il mandato della Regione. Nel mio progetto faccio proposte per riformare la sanità, per un ospedale forte in un territorio forte. Il S.Donato non si tocca, la città ha senso di appartenenza per questo presidio che va ristrutturato in molte parti oggi obsolete e che non rispondono alle esigenze attuali. Occorre ad esempio liberare spazi da unità operative che non ha più senso mantenere al San Donato, bisogna al contrario aumentare le sale operatorie e i posti in terapia intensiva. Il Covid ha svuotato l’ospedale di tutte le specialità ma non possiamo più permettercelo. Serve dunque che la Regione torni a dare dignità a questa provincia, serve intercettare fondi, fare progettualità, abbattere le liste di attesa. Serve poi potenziare quella rete di distretto che pure ci ha protetto dal Covid ma che va alimentata con più Case della Salute a cui vanno dati spazi maggiori da riempire di contenuti: centro prelievi, specialisti, Cup, anche primo soccorso. Insomma, un filtro per liberare l’ospedale da tanti orpelli".

sergio rossi