ALBERTO PIERINI
Cronaca

Madonna del Conforto, torna la folla in Duomo Video del Vescovo per lanciarla: "Vi aspetto"

Prima ricorrenza normale dopo la bufera Covid. Ancora transenne sul sagrato ma per guidare i fedeli. Due cardinali: e Bassetti celebra anche alle 8

Madonna del Conforto, torna la folla in Duomo Video del Vescovo per lanciarla: "Vi aspetto"

di Alberto Pierini

"Finalmente ci siamo, vi aspetto": Andrea Migliavacca è alla prima Madonna del Conforto della sua vita. La prima da Vescovo: era atteso un anno fa ma gli impegni gli impedirono di essere in Cattedrale. Ma oggi è la sua casa e la porta l’ha voluta aprire addirittura alla vigilia.

Si è girato un video da solo, sulle colline e sullo sfondo di uno scorcio quasi indecifrabile: per dare appuntamento a tutti. Oggi, alla festa del suo debutto. Uno dei lampi tecnologici di un Vescovo immerso nella comunicazione e aperto ai nuovi mezzi. Anche se scoprirà per primo che almeno il 15 febbraio non c’è bisogno di inviti.

La festa torna nei suoi panni. Quelli della tradizione, mai abbandonati neanche negli anni del Covid. Ma anche quelli della grande folla. La prima edizione normale dopo la bufera. Bufera della quale rimarrà appena una traccia: le transenne all’esterno sorta di guida per raggiungere il portone lungo via Ricasoli.

Forse non più indispensabile, fino ad un anno fa evitava gli assembramenti e divideva le code. Ma la Diocesi e la macchina della sicurezza hanno deciso di confermarlo. Da una parte i fedeli diretti alla cappella della Madonna del Conforto, specie per la Benedizione dei bambini nel pomeriggio. Di là quelli che punteranno l’altare, per una delle mille Messe del giorno.

Il portone girerà sui cardini alle 6, la celebrazione sempre affidata a don Vittorio Gepponi. Poi un’ora dopo l’altra i riti si succederanno, uno all’ora.

Una macchina della devozione o se preferite della fede: i confessionali a pieno regime, grazie ai sacerdoti e ai religiosi che si daranno il cambio all’interno. L’accensione dei ceri, gestita dagli scout, con un canale interno che porterà le candele fino al piazzale posteriore, dove saranno convogliate poi verso i conventi e le chiese della diocesi.

L’uragano dei fiori sull’altare sotto l’immagine di terracotta. Un altare che nel tempo ha scritto la storia della fede aretina ma anche quella della sua economia. Dall’epoca delle grandi fabbriche, la Lebole con le sue sedi prendeva quasi un ripiano intero del muro profumato. Poi la crisi, la trasformazione.

Già ieri l’altare era pieno: quartieri della Giostra, piccole aziende, reparti, condomini, famiglie private. E sulla balaustra già ieri oltre 200 ceri accesi, in attesa di quelli di oggi. Un rito che si rinnova da secoli, incrociandosi alla strana fede di una città profondamente laica ma che almeno una volta all’anno non ha paura di guardare in cielo.

Al centro due Messe su tutte. Il pontificale delle 10.30, presieduto dall’Arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice. Uno dei due cardinali presenti, naturalmente l’altro è Gualtiero Bassetti. Che stavolta non solo concelebrerà la Messa solenne ma se ne ritaglia una quasi all’alba, alle 8 di mattina. Intorno ai due cardinali altri otto vescovi,: Franco Agostinelli, Italo Castellani, Rodolfo Cetoloni, Giovanni Paccosi (l’erede di Migliavacca a San Miniato), Marco Salvi, Alberto Silvani. E naturalmente Riccardo Fontana, alla sua prima Madonna del Conforto da Vescovo emerito, e che celebrerà la Messa delle 16. All’ora in cui il Duomo sfiora il tutto esaurito, in cui la coda alla balaustra si alluna fino fuori la Cattedrale.

La coda di chi risale da via Pietri, sperando nella buona forma delle scale mobili, o da via Cesalpino, la salita che per un giorno si affolla come il Corso. E per chi non ce la fa a salire Tele San Domenico regala otto ore di diretta, una maratona della preghiera. La festa non si è mai fermata ma da oggi prova a ripartire dal 2019: pochi giorni dopo sarebbe esplosa la pandemia. Ora ne siamo fuori. E chissà che qualcuno non ringrazi per questo l’immagine più amata.