Alberto Pierini
Cronaca

Madonna del Conforto, alla festa un cardinale e 13 vescovi: attesi 60 mila fedeli

Dalle 6 la no-stop in Cattedrale. Tra i protagonisti l'"uomo dei santi" e uno dei tre fratelli Vescovi. Non ci sarà Bassetti. Nei fiori lo specchio della crisi

Il Vescovo ieri nella cappella della Madonna del Conforto

Arezzo, 15 febbraio 2019 - Quando pranzano insieme non sanno mai a chi tocchi stare a capotavola. Succede, quando in famiglia i Vescovi sono addirittura tre: tre fratelli, tutti prima o poi alla guida di una diocesi. Uno di loro sarà oggi tra la folla della Madonna del Conforto: è Paolo De Nicolò, Vescovo come i fratelli Giacomo e Mariano. Lui, per non farsi mancare nulla, ha addirittura retto la Prefettura della casa Pontificia, fino alla pensione.

E’ uno dei tredici vescovi che affiancheranno Riccardo Fontana per la festa più grande. La diocesi fa 13: più il «bonus» di un cardinale di punta come Giovanni Angelo Becciu. E’ allo snodo per la nomina dei santi, uno dei cardinali recenti nominati da Papa Francesco: sardo, parla 4 lingue, viene come Fontana dalla carriera diplomatica. E diplomazia per diplomazia è considerato punto di collegamento tra la politica italiana e quella vaticana.

Un «tessitore», i cui incontri (a gennaio ad esempio quello con Salvini) raramente passano inosservati. Oggi meno che mai, visto che si troverà tra oltre cinquantamila fedeli. E’ il grande giorno della fede aretina: concreta, spesso diffidente ma con enormi aperture di credito a quella che i più considerano la vera patrona aretina.

Dalle 6 i portoni del Duomo gireranno sui cardini: e da quel momento inizierà la no-stop, fino a mezzanotte, al ritmo di una messa l’ora. Due i momenti di punta. Il Pontificale delle 10.30, presieduto proprio da Becciu, affiancato da vescovi a volontà: tra i più affezionati all’evento mancherà solo Gualtiero Bassetti, da presidente della Cei non è più padrone dei suoi 15 febbraio. Intorno il clima di sempre.

La foresta di fuoco delle migliaia di candele accese per un attimo e poi spente per far posto alle altre (già ieri le casse erano peronte dietro un sipario di velluto). Le code ai venti confessionali per una sana «doccia» dell’anima. L’esercito di volontari, scout in testa. I banchini dei brigidini. Le scale mobili a singhiozzo da via Pietri. La spola dei fiorai per colorare la cappella della Madonna.

Hanno già iniziato, anche se i profumi dei tempi d’oro sono evaporati insieme alla crisi. E l’infiorata è sempre più lo specchio di un’economia trasformata: i mazzi dei quartieri, dei negozi e del terziario al posto di quelli che arrivavano dalle grandi fabbriche. Tutto trasformato, meno la fila delle 14: la benedizione dei bambini, il rito che ricuce le generazioni.

Tra cui quelli di ritorno. Ad esempio il Vescovo Italo Castellani: ha guidato Lucca per anni, ora è tornato a casa, nella Valdichiana da cui era partito, parroco della Fratticciola. O Franco Agostinelli: lui è ancora in carica a Prato, ma ha già spedito la lettera di dimissioni, obbligatoria per i vescovi a 75 anni. In casa sua di vescovi c’è solo lui, anche perché non ha fratelli. Però ha una mamma quasi centenaria: e il posto a capotavola di diritto spetta comunque a lei.