Secondo una recente proposta di legge, i termini inglesi nella Pubblica amministrazione dovrebbero essere vietati, per fare spazio ai corrispettivi termini italiani: alcuni osservatori hanno ritenuto iche l’uso dilagante dell’inglese possa togliere spessore e personalità alla nostra lingua rendendola succube delle influenze straniere. In realtà questa operazione è di difficile applicazione, gli ambiti in cui usiamo termini stranieri, soprattutto gli anglismi, sono troppi e a volte queste parole sono così efficaci che sembrano davvero insostituibili senza ricorrere a espressioni più contorte. Pensiamo solamente a brunch, hater, privacy, check- in.
Abbiamo provato a immaginare come potrebbe diventare un testo, se togliessimo tutti i termini inglesi che usiamo. Una frase come: "Sui social gli influencer taggano i testimonial delle griffe più trendy con gli outfit della fashion week: il top sono gli shorts con le sneakers per un look very cool" diventerebbe: "SuIla rete sociale gli influenzatori ci presentano i testimoni dei marchi più conosciuti con i vestiti della settimana della moda. Il massimo sono i pantaloni corti con le scarpe da ginnastica, per un aspetto di tendenza". In effetti non è la stessa cosa.