L’intimo rialza la testa: verso la riapertura

I negozi fermi da mesi, le dipendenti senza stipendio da maggio. Cgil: "Procedura fallimentare in corso, forse a ottobre la svolta"

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di Angela Baldi

AREZZO

Da maggio sono senza stipendio e non percepiranno nemmeno gli ammortizzatori sociali (respinti definitivamente), le oltre 30 lavoratrici dei negozi Calzedonia Intimissimi e Tezenis ormai chiusi da mesi. Ma c’è una buona notizia. La procedura fallimentare è in corso, è stato nominato un curatore e la casa madre Calzedonia spa è intenzionata a riassumere tutte le dipendenti della vecchia società e a riaprire i punti vendita aretini. "Se tutto va bene la riapertura dei negozi potrebbe avvenire ai primi di ottobre e tutte le lavoratrici potrebbero essere reintegrate, stiamo lavorando per questo – dice Bianca Marinari di Cgil – L’aspetto negativo è però che la cassa integrazione non è stata approvata in maniera definitiva. Abbiamo interrogato l’unità di crisi della Regione, ci hanno fatto sapere che non ci sarebbe stato nessun ammortizzatore sociale per le lavoratrici, per via dei movimenti commerciali dell’azienda in fallimento".

Sono stati incorporati in un’unica società titolare dei brand i tre rami dell’azienda. Una mossa che ha complicato le cose, perché l’Inps che riconosceva le tre società distinte, ha respinto la domanda. Non solo: "Ci vogliono almeno 30 giorni di anzianità di rapporto lavoratori azienda mentre le società sono state accorpate e in più il fallimento è stato depositato i primi di agosto e ufficializzato a metà agosto estremamente in ritardo – spiega Cgil - i curatori fallimentari hanno fatto un lavoro ottimo e veloce e ci hanno convocato subito. Le lavoratrici non percepiscono neanche un centesimo e non lo percepiranno a breve termine, da maggio ad oggi non hanno visto nulla e sono in estrema difficoltà.

C’è però una proposta di Calzedonia spa, la casa madre, per riassumere tutte le commesse e riaprire i negozi il prima possibile. La speranza è che questo possa avvenire i primi di ottobre. Lavoriamo per velocizzare i tempi e alla realizzazione di un accordo. Come sindacato ci siamo impuntati con la casa madre affinchè l’accordo comprendesse tutte le 30 dipendenti della vecchia società. Dopo l’accordo ci vorrà l’ok del tribunale".

A salvare il posto dovrebbero essere tutte le dipendenti di Calzedonia, Intimissimi e Tezenis, quanto ai negozi anche per i fondi commerciali dovrebbe prospettarsi la riapertura in blocco, unica ombra sul punto vendita dell’Ipercoop la cui riapertura potrà andare in porto solo dopo un accordo con la direzione del centro commerciale. La situazione si era complicata a febbraio, quando sono scattati i sequestri della Finanza ordinati dalla Procura, che aveva aperto un’inchiesta per omesso versamento di Iva e ritenute fiscali. I finanzieri hanno sequestrato oltre 300mila euro in conti correnti e 400mila in immobili riconducibili alle società controllanti i negozi: avevano marchi in licenza, pertanto il gruppo Calzedonia non c’entra con l’inchiesta.