A Pratantico si impara giocando con i mattoncini Lego

La classe terza della primaria dell’istituto comprensivo Piero della Francesca diventa progetto pilota della nuova metodologia

Lego

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Arezzo, 23 marzo 2022 - «Siete pronti a imparare giocando?» E’ così che iniziano alcune lezioni nella classe terza della scuola primaria di Pratantico, dell’istituto comprensivo Piero della Francesca. I volti dei bambini si illuminano e le loro mani iniziano a muoversi scatenando un rumore insolito in un’aula, è quello prodotto dai mattoncini Lego®. Sì, qua si insegna e si apprende utilizzando i famosi mattoncini assemblabili la cui produzione iniziò nel 1949. Mattoncino su mattoncino vengono affrontati gli stessi argomenti didattici di tutte le classi d’Italia ma sfruttando i principi della neurodidattica e della metodologia Lego® Serious Play che si pone l’obiettivo di facilitare l’acquisizione di competenze non solo disciplinari, ma anche sociali, cognitive e personali. Lego Serious Play è una metodologia di facilitazione ideata per migliorare l’innovazione e le prestazioni aziendali; fuori dall’Italia è spesso utilizzata in contesti educativi nelle scuole secondarie, nei college o nelle università. Mai, fino ad ora, era entrata nelle nostre scuole.

Pratantico diventa così progetto pilota. Tutto è nato nel 2020 grazie al fortunato incontro tra l’associazione Spazio3, la dottoressa Daniela Chiru, Lego® Serious Play® Associate Trainer e le insegnanti. Le maestre hanno seguito un corso di formazione che le ha preparate per l’utilizzo della metodologia. L’associazione Spazio3 ha dato poi in comodato d’uso alla scuola il kit Lego® adeguato per uso didattico; e così è iniziata l’avventura. «Lego® Serious Play dovrebbe entrare nelle buone pratiche delle scuole. E’ un metodo giusto perché come i mattoncini, si adatta a tutti. Permette di far esprimere competenze trasversali in base alle proprie capacità» spiega Francesca Marraghini, educatrice di Spazio 3, oltre che mamma.

«La buona scuola è possibile quando troviamo persone che vogliono costruire invece che demolire». «La metodologia si è dimostrata fortemente inclusiva perché permette a tutti i bambini di sviluppare le proprie potenzialità, partecipando attivamente secondo le loro possibilità, e di condividere idee stimolando l’ascolto attivo e il rispetto per le idee degli altri», spiega l’insegnante Elisa Lucchetta. «Abbiamo lavorato su contenuti didattici nelle varie discipline ma anche sulle Life Skills trattando argomenti molto attuali come quello della pace».

Un progetto che non è passato inosservato. E’ infatti iniziata una sperimentazione con l’Università di Siena, finalizzata alla validazione didattico-educativa della metodologia nella scuola primaria. E ha anche oltrepassato i confini nazionali. Le insegnanti, infatti, collaboreranno con Liam Isaac, Head of Engineering, Enterprise and Technology al Cheltenham Ladies’ College del Regno Unito e Serious work Ltd, che utilizza la metodologia al college e sta curando una pubblicazione sull’argomento.

«La scuola ha sofferto tanto in questi due anni, tra didattica a distanza e quarantene, ed è per questo che noi insegnanti abbiamo deciso di continuare a fare ricerca, cercando nuovi modi per essere efficaci e in linea con le necessità educative degli alunni, perché imparare è un gioco meraviglioso» conclude Elisa.