ALBERTO PIERINI
Cronaca

Legionella: crescono i casi Colpito un turista tedesco Disinfezione nell’albergo ma la struttura resta aperta

I controlli disposti risalendo al percorso seguito dall’ospite prima del ricovero. La debole positività riscontrata nell’impianto idrico: non sono scattate chiusure. Ma durante l’estate infezione su altri pazienti, nessuno grave, in arrivo da fuori.

Legionella: crescono i casi Colpito un turista tedesco Disinfezione nell’albergo ma la struttura resta aperta

di Alberto Pierini

La legionella è ormai un’infezione quattro stagioni. Dopo aver attraversato una parte dell’inverno si riaffaccia anche d’estate. E stavolta non siamo solo di fronte a sforamenti dei limiti, come eravamo abituati a registrare, ma anche di vere e proprie infezioni.

L’ultimo caso è quello di un turista tedesco, colpito proprio dalla legionellosi, che alla fine è un’infezione polmonare provocata dal batterio. Come al solito la ricostruzione è avvenuta ex post. Cioè quando si è manifestata la patologia, e non è neanche detto sia stato nell’ospedale di Arezzo, si ricostruisce nell’arco dell’incubazione quale sia stato il percorso del malato.

E in questo caso c’era anche la residenza in un albergo cittadino. Un dato di fronte al quale l’azienda sanitaria non ha scelta: deve intervenire per un controllo ne gli spazi interni e in particolare nelle tubature.

Proprio alla luce di questo screening è emersa un’alterazione dei valori: quindi dei campioni positivi. Per l’esattezza a debole positività, uno di quei dettagli che forse pensavamo di aver lasciato, pur su piani totalmente diversi, ai mesi del Covid. I campioni positivi sono stati segnalati al Comune: e il sindaco Alessandro Ghinelli, sempre rimanendo sul fronte dell’atto dovuto, ha disposto come autorità sanitaria una serie di misure cautelative.

Nessuna chiusura dell’albergo, quei valori non giustificavano mosse così drastiche. E del resto anche durante l’inverno spesso e volentieri le misure via via disposte solo in rarissimi casi avevano portato ad uno stop dell’attività, sanitaria nel caso delle cliniche o didattica nel caso delle scuole. Se non a volte di singole camere o ali delle strutture interessate.

La stessa cosa stavolta. La prima conseguenza è stato un intervento di disinfezione dell’impianto idrico dell’albergo. E sempre nell’immediato c’è stata una revisione del documento di valutazione del rischio legionellosi: in pratica, provando a semplificare, alzando l’asticella dei controlli, nella loro frequenza e nella loro efficacia. Con comunicazione a tutti gli enti interessati.

Un caso isolato? No. E non solo perché il complesso della cronaca degli ultimi mesi ha fatto registrare ormai vari episodi sparsi. Da quanto filtra, in ospedale ci sono stati più casi di infezione da legionellosi: arrivate da fuori e non causate, è bene dirlo, dagli ambienti sanitari.

Se non sempre scattano misure di controllo o cautelari è per un semplice motivo. Perché l’Asl possa intervenire alla fonte è necessario che nella ricostruzione del percorso, il paziente abbia incrociato cliniche, alberghi, scuole o altre strutture aretine. E invece qui sono confluiti casi che avevano soggiornato altrove. Ed è altrettanto necessario che alla luce dei riscontri i campionamenti della Asl portino a galla sforamenti rispetto ai parametri previsti.

Se i controlli in particolare sulle tubature non rilevino irregolarità non si rende necessario alcun intervento. E la macchina ogni volta riparte.