
"Euronics ed Esselunga non li ha portati Babbo Natale, se il progetto è saltato non è certo colpa nostra"
"Marco Carrara fa una ricostruzione un po’ confusa. Dice che io non ho mantenuto le promesse fatte a suo padre di coinvolgere i nostri associati nelle operazioni di rilancio dell’area ma poi ringrazia Benito Butali e la sua famiglia, e fa bene, di aver dato un importante contributo. Forse non ricorda chi era il grande Benito, proprio il presidente della Confcommercio! E chi ce li ha portati Benito e Sandro Butali a Pistoia, negli uffici della Cartoinvest a parlare con suo padre prima e i suoi fratelli poi? Babbo Natale?". Insiste sull’incipit del ragionamento dopo il durissimo j’accuse dell’imprenditore pistoiese Marco Carrara sull’ex area Lebole e il suo destino. Su quell’operazione incompiuta, Carrara chiama in causa Franco Marinoni, oggi al timone di Confcommercio Toscana, e il sindaco Alessandro Ghinelli.
Marinoni, cosa risponde alle accuse di Carrara?
"Purtroppo le qualità imprenditoriali dei padri non sempre sono ereditate dai figli… Mario Carrara era una persona straordinaria, di una umanità unica. Della stessa pasta di Benito Butali, si intesero subito. Mario si era affezionato a noi, la domenica mi passava a prendere e si andava a pranzo col suo amico Piero Becciani e le famiglie da Tonino a Cortona. Gli piaceva stare con noi e avevamo la sensazione di aver fatto qualcosa di grandioso, fermando insieme la realizzazione del più grande outlet del mondo, per dimensione mai realizzata prima, alle porte di Arezzo".
Come andò quel passaggio?
"Proprio nell’area Lebole, comprata da Marzotto come produttiva e che il Comune avrebbe dovuto convertire a commerciale, per gentile grazia ricevuta. È chiaro che ci opponemmo e impedimmo il pastrocchio, un danno incalcolabile per gli equilibri economici di Arezzo e della sua rete di esercizi commerciali. Questa operazione fu possibile col grande contributo di Mario Carrara, forte dei suoi buoni rapporti coi Marzotto. Sono stato io ad incontrare a Roma, nell’ufficio dell’allora direttore generale di Confcommercio Pino Cerroni, Innocenzo Cipolletta all’epoca presidente della Marzotto per spiegargli i dettagli ed i retroscena dell’operazione, grazie a Mario Carrara che mi accreditò".
Poi cosa accadde?
"Poi Mario mise mano al portafoglio e tirò fuori i 37 miliardi di lire di allora, necessari a rilevare l’area, con l’idea di realizzare qualcosa di alternativo all’ outlet che prevedesse il coinvolgimento dei commercianti locali. E noi ci impegnammo subito: i primi che convincemmo ad impegnarsi furono proprio i Butali con la Euronics, che pensarono di trasferire uno dei loro punti vendita in quell’area. Ma poi anche l’Esselunga di Caprotti, grazie alla disponibilità dell’allora vicepresidente esecutivo Maggioni, di “stanza” al vicino Osmannoro, col quale intrattenevamo rapporti cordiali".
Ma alla fine ci furono ostacoli.
"Di lì in poi una serie di difficoltà e problemi che hanno fatto naufragare il progetto, con responsabilità varie che non sta a me affrontare, non ultima la difficoltà di un mercato improvvisamente entrato in crisi. Per questo ritengo approssimativa, confusa e soprattutto ingenerosa la ricostruzione di Marco Carrara, che non ha certamente le capacità di relazione che aveva suo padre. Basti pensare che la prima cosa che fece appena presa in mano la gestione dell’area dopo la morte di Mario fu quello di dare formale disdetta dell’adesione della sua azienda alla Confcommercio, voluta proprio da suo padre (conservo ancora i moduli con la firma autentica), irritando fortemente anche lo stesso Benito Butali! Alla mia richiesta di spiegazione mi rispose “Sai, noi siamo industriali…”.