LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Lavoro, l’esercito dei cinquecento. Affari anche per le attività fisse. Effetto indotto: obiettivo 8 milioni

Le assunzioni attivate nei vari settori dell’evento sono una boccata di ossigeno per l’economia. Dal Villaggio Tirolese al Prato, al centro: c’è chi raddoppia il business e chi investe nelle casette.

Lavoro, l’esercito dei cinquecento. Affari anche per le attività fisse. Effetto indotto: obiettivo 8 milioni

Li chiamano "gli operai" del Natale. E sono tanti: un esercito di cinquecento persone che lavorano tra le mille "case" della Città del Natale. Sono giovani che si mettono in gioco, studenti che si misurano col debutto nel mondo del lavoro. Ma tra i "soldati" arruolati per l’evento dell’anno ci sono anche adulti, che hanno perso il lavoro e per un mese e mezzo hanno l’opportunità di ricostruirsi e investire sul futuro. A guardarla in filigrana, la potenza di questo evento va oltre le date, perchè tutti hanno un’opzione sulla quale scommettere. Ce l’ha chi vende le specialità della cucina alto-atesina nel Villaggio Tirolese in Piazza Grande, ce l’ha chi per l’occasione raddoppia la propria attività fissa: sono decine i commercianti che non si perdono una casetta all’interno della quale allargare il business.

C’è anche chi, in vista del grande afflusso di visitatori, si prepara mettendo in campo "una corazzata" fatta di personale che si aggiunge e rinserra le fila di bar, ristoranti, negozi. C’è perfino chi, per ricaricare le pile, ha scelto in questi giorni un breve periodo di "stacco" in vista della maratona no stop che andrà avanti fino all’Epifania. I numeri parlano chiaro e coinvolgono tutte le attività che ruotano nel percorso della Città del Natale, lungo l’asse di Corso Italia ma pure in piazza Guido Monaco e nelle vie che collegano la parte alta e bassa del centro storico. Sono decine e decine d

i negozi, pronti al bagno di folla. E se è vero che la Città del Natale un anno fa ha chiuso i battenti sfondando il milione di presenze, tra alberghi e visite giornaliere nei fine settimana d’oro, è altrettanto vero che ce n’è per tutti. L’obiettivo è bissare il successo del 2022 e se possibile, alzare l’asticella.

Il periodo non è dei migliori, tra gli effetti del conflitto mediorientale e quelli dell’inflazione che pesa nelle tasche delle famiglie, ma gli organizzatori - nonostante la prudenza dell’avvio - sono ottimisti, sia sul fronte delle camere d’albergo già prenotate, sia per i flussi che si annunciano a diverse cifre. Decine di pullman prenotati già da un mese e da ogni parte d’Italia, Sardegna e Sicilia comprese, danno il segno di ciò che accadrà tra una settimana.

Tornando ai posti di lavoro, tra piazza Grande e il Prato, il segno distintivo rimanda alle aziende aretine. Una decina i commercianti presenti tra le baite del VillaggioTirolese che quest’anno estende a tre le baite e inaugura anche il percorso dei primi piatti (oltre a birra, speck e brezel), quaranta gli artigiani rigorosamente aretini, selezionati per tipologie che abbracciano una vasta gamma di idee regalo. Il meglio dell’artigianato locale, accanto al brivido della pista di ghiaccio, a un passo dalla ruota panoramica e dal sentiero del bosco incantato che caratterizzerà il vialetto che sale in Fortezza, con giochi di luce creati ad hoc e un cielo stellato di sicuro impatto. Eppoi ci sono gli ambulanti di piazza San Jacopo e Risorgimento, le attività in Sant’Agostino.

Non solo: ci sono le aziende aretine che forniscono materie prime, da quelle agricole agli specialisti degli allestimenti (falegnami, fabbri, elettricisti), ai fornitori vari segmenti produttivi.

È un esercito che si prepara a un evento di livello nazionale. Con un primato, perchè la Città del Natale è il primo grande mercato che apre i battenti in Italia, ancor prima dei tradizionali mercatini tirolesi. E per il centro Italia, ma quest’anno i confini sono decisamente più larghi, rappresenta un richiamo, un punto di riferimento: in poco tempo di viaggio e con minore spesa rispetto alla direttrice del nord, consente di tuffarsi nell’atmosfera del Natale e vivere un’esperienza che ne racchiude tante altre. Sorprese "confezionate" dagli specialisti di Confcommercio e della Fondazione ArezzoInTour.

La Città del Natale apre un mondo non solo di luci, colori e festa ma anche di lavoro, impegno, fatica, affari. In una parola: benessere per una città che dà un’accelerata all’economia. I numeri dell’indotto che muove l’evento dell’anno servono a comprenderne le ricadute economiche: nel 2022 nel forziere sono entrati otto milioni di euro.