L’Arezzo promosso in C: trionfo in rimonta (3-1) davanti a seimila spettatori, parte la festa

Gli amaranto tornano nel calcio che conta: neanche il gol iniziale della Pianese frena gli uomini di Indiani, che segnano il sorpasso con Risaliti, Pinto e Castiglia su rigore

Falsetti Alessandro

Arezzo, 16 aprile 2023 – Alle cinque della sera, l’ora della corrida in Spagna e del tè in Inghilterra, l’Arezzo risale nel calcio professionistico. Nel calcio che conta.

Spinta da seimila spettatori, davanti ad uno stadio gremito con la sola eccezione della maratona da anni chiusa, la squadra completa una “mission” che nel corso dell’anno pareva impossibile ma che poi ha trovato il varco giusto.

La Pianese, l’osso più duro in tutta la stagione, aveva iniziato la sfida con uno di quei gol che in un'altra situazione avrebbero potuto stendere un toro, per quanto amaranto: una rete al primo minuto, seimila persone a guardarsi negli occhi, le bandiere a perdere per un attimo il vento.

Ma è stato solo un minuto. Il tifo ha continuato a crederci e la squadra ha dimostrato di crederci. In un’escalation che è diventata la foto della stagione: prima in salita e poi in vertiginosa discesa.

A firmare un successo che entra nella storia amaranto, come tutte le promozioni che contano, sono stati nell’ordine Risaliti, deviando di testa un calcio di punizione, Pinto all’ultimo minuto del primo tempo, inequivocabile segno del destino, e nel secondo tempo Castiglia.

Un rigore su atterramento di PIttarello, proprio sotto la curva sud, in una fusione praticamente perfetta tra i giocatori e il loro pubblico. Pittarello che così ha messo lo zampino almeno su due dei gol amaranto, essendo stato il suo tiro di punizione a propiziare il pareggio, con il tocco finale Risaliti.

A quel punto è esplosa la festa. Una festa sugli spalti, nel piazzale dello stadio, nel prato dove i giocatori si sono trattenuti a lungo a godersi l’abbraccio del pubblico. Una festa pronta a sciamare in centro, lì dove in caso di vittoria era già prevista la chiusura di via Roma e di via Crispi, l’asse centrale di tutti i caroselli aretini.

La C non è ancora il paradiso, non è ancora quello che una città come questa meriterebbe: resta un piccolo passo per la squadra, un grande passo nella storia di una società che dopo qualche anno di limbo ricomincia a respirare l’atmosfera rarefatta delle alte quote del pallone.