L’allarme sugli immigrati: "Tremila saranno irregolari"

Tito Anisuzzaman della comunità bengalese: "I rischi del decreto Cutro"

"Per colpa del decreto Cutro i lavoratori stranieri diventeranno clandestini irregolari nonostante lavorino da anni in Italia: nel giro di un anno ad Arezzo mancheranno quasi tremila lavoratori, sarà un problema enorme per le aziende che si troveranno senza manodopera".

A lanciare il grido di allarme è Tito Anisuzzaman (nella foto a sinistra), presidente del Acb Social Inclusion di Arezzo che da anni presta assistenza e ascolto a tutti gli stranieri, in particolare del Bangladesh, che vivono in provincia.

"Ancora gli effetti del decreto Cutro non sono evidenti ma nel giro di sei mesi, un anno al massimo, sarà un disastro in città - spiega Anisuzzaman - gli stranieri che godono della protezione speciale e che da cinque anni vivono qui, lavorano qui, pagano le tasse qui e versano i contributi qui, perderanno il loro impiego e diventeranno clandestini". Il motivo sta tra le righe della legge 20 del 2023 che modifica il testo unico sull’immigrazione, ribattezzata nel dibattito politico "decreto Cutro" perchè varata all’indomani della tragedia al largo delle coste della città calabrese.

"Questo provvedimento va a modificare l’istituto della protezione speciale: prima di questa riforma, la protezione speciale garantiva un’integrazione dello straniero in Italia, al quale veniva garantito un permesso di soggiorno, permesso convertibile in lavoro nel momento in cui il soggetto trovava impiego", spiega l’avvocato Marco Giunta, specializzato in diritto dell’immigrazione e consulente legale di Acb.

"Adesso il permesso di soggiorno esiste ancora però non è più collegato all’integrazione territoriale ma soltanto al rischio di una persecuzione o di trattamenti inumani e degradanti nel paese di origini - continua Giunta - e quindi c’è il rischio effettivo di una persona che, ottenuto un permesso per integrazione, se non corre rischi nel suo paese di origine, non possa convertire il lavoro (perchè non più previsto) e non rinnovarlo". Il risultato? "In questo modo il cittadino straniero lavoratore rischia l’irregolarità sul territorio italiano, nonostante magari abbia alle spalle un soggiorno pluriennale. E ricordiamo che l’irregolarità è considerato un reato ai sensi del codice penale".

"È una situazione preoccupante perché queste persone fanno parte del tessuto sociale della società: sono totalmente integrate ad Arezzo, molti di loro hanno figli che vivono qui e frequentano le scuole in città", prosegue Tito che stima che circa 3mila persone si troveranno in questa situazione, tra cittadini africani o asiatici.

"Sarà un problema grandissimo anche per tante tra le le aziende del territorio che di colpo si troveranno senza lavoratori - prosegue Tito Anisuzzaman - stiamo parlando persone che hanno un contatto di lavoro a tempo indeterminato, già valutate quindi dagli imprenditori che li assumono, gli stessi che ora si ritroveranno magari senza un operaio specializzato".