CLAUDIO SANTORI
Cronaca

La vera Chimera resta un miraggio Festa in piazza per la "copia esatta"

Il Rotary domani inaugura il bronzo davanti alla stazione realizzato grazie ai ragazzi dell’Itis. Il soprano Maria Grazia Donati canterà l’inno nazionale. Ci sono altri cinque "esemplari" in città

di Claudio Santori

Chissà se riusciremo mai a riavere la Chimera: in caso dovremmo comunque subito chiuderla a chiave nel museo e mettere in mostra una copia.

È ben quello che il Rotary Club Arezzo ha fatto, anticipando i tempi e regalando alla città il suo totem: una copia definitiva in bronzo, assolutamente fedele all’originale perché scansionata con stampante laser e fusa dalle fonderie Del Giudice di Greve in Chianti secondo la tecnica dei nostri antichi progenitori. Domani mattina alle 10,30 nella rinnovata piazza della Repubblica lo scoprimento della terza Chimera in zona Stazione con le autorità e il presidente del Rotary Club Oreste Tavanti. L’Inno nazionale eseguito dal soprano Maria Grazia Donati aprirà una cerimonia destinata a rimanere nella memoria cittadina. Questa non è infatti una copia della Chimera (ne abbiamo in città almeno altre cinque), ma è a tutti gli effetti “la” Chimera che il turista uscendo dalla stazione si troverà davanti a dargli un benvenuto molto particolare, dagli abissi del tempo.

"Abbiamo voluto collocare la Chimera di Arezzo, riprodotta fedelmente all’originale - spiega il presidente Tavanti - per mostrare agli aretini e ai viaggiatori che arrivano alla nostra stazione, com’è realmente questo capolavoro".

"Le altre copie in città non lo rispettano né per dimensioni, né per proporzioni e ne forniscono un’immagine distorta – continua Tavanti – il Rotary, constatata dopo varie ricerche la grande difficoltà che sussiste nel riportare la Chimera originale ad Arezzo, ha fin dal 2016 intrapreso un progetto teso a ripresentarla in varie forme fino alla fedele riproduzione del 2022, pur non abbandonando mai la speranza di riaverla in originale".

Sono anni di lavoro ricordati dall’anima del progetto, l’ingegner Massimo Gallorini, che cominciò a studiare l’ipotesi di scansionare l’originale con gli studenti dell’Itis per puro interesse culturale, con l’Associazione Arte e Coscienza, senza immaginare quello che sarebbe stato un grande risultato finale.

"La Chimera è l’identificazione della città - ribadisce l’assessore Alessandro Casi - in un luogo rimesso a nuovo nel corso degli ultimi anni: dà un’identità ad uno spazio che è stato rigenerato, sia per il turista che per il cittadino. Un lungo percorso che trova con questa collocazione la sua conclusione ottimale".

L’operazione è stata resa possibile anche grazie alla sponsorizzazione dell’azienda Tca: "Il recupero del valore e delle materie prime - conclude Andrea Chiarini - è da sempre la nostra missione: in questa operazione abbiamo visto l’opportunità di mettere al centro i valori che la statua incarna: forza, coraggio, determinazione e grazia".

Il turista, uscendo dalla stazione e guardando la Chimera, sarà immerso negli “oltre trenta secoli” della storia di Arezzo.