REDAZIONE AREZZO

La tagliola della legge Severino sulla giunta

La norma, molto discussa, prevede la sospensione del sindaco per 18 mesi in caso di condanna per abuso d’ufficio: gli scenari politici

È una tagliola che incombe sulla giunta Ghinelli. La sentenza sul caso Coingas, attesa fra un paio di settimane, potrebbe stravolgere ogni equilibrio politico. La legge Severino, infatti, prevede l’automatica sospensione del sindaco condannato per abuso d’ufficio in primo grado. Un anno e mezzo con il Comune affidato al vice sindaco, con qualsiasi entità di pena. L’abuso d’ufficio è uno dei capi d’imputazione che pendono sulla testa del sindaco Alessandro Ghinelli (e dell’assessore Alberto Merelli): oggi ci saranno le richieste di condanna da parte della procura e all’inizio di febbraio la sentenza, che in caso di condanna per abuso d’ufficio, potrebbe decapitare la giunta. Sarebbe il prefetto a dover assumere il provvedimento, affidando a Lucia Tanti la guida della macchina comunale. Ma soprattutto l’eventuale condanna aprirebbe una serie di scenari politici imprevedibili, viste le tensioni che caratterizzano il centrodestra aretino, in particolare dopo l’elezione a sorpresa di Alessandro Polcri alla presidenza della Provincia.

Fino a oggi sono stati due i casi più celebri di applicazione della legge che prende il nome dall’ex Guardasigilli Paola Severino: Quello del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e quello dell’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, condannati entrambi in primo grado. De Magistris era stato sospeso dal suo incarico dal prefetto a causa di una condanna per abuso di ufficio nel settembre del 2014 e poi reintegrato dal Tar che ha rinviato gli atti alla Corte costituzionale "per non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale". De Luca è stato condannato in primo grado a un anno di carcere, a gennaio del 2015, per abuso d’ufficio. Sospeso dal prefetto quando era sindaco di Salerno, era stato reintegrato da una decisione del Tar. Anche nel caso di De Luca il giudice ordinario ha deciso di reintegrarlo, rinviando gli atti alla Consulta.

La legge Severino, fin dalla sua entrata in vigore, ha suscitato diversi dubbi di costituzionalità e anche un referendum per l’abrogazione che però non ha raggiunto il quorum nel giugno scorso. Di recente per eliminare la norma che impone ai sindaci di mettere in un cassetto la fascia tricolore dopo una condanna in primo grado si è mossa l’Anci, l’associazione nazionale dei sindaci che si è rivolta al ministro della Giustizia Carlo Nordio per ridefinire le responsabilità in capo ai sindaci. Il percorso verrà affrontato in Parlamento, senza troppe resistenze, dal momento che il Partito democratico ha depositato due proposte per limitare i lacci che stringono le mani dei primi cittadini. Due delle richieste avanzate dai sindaci italiani: lo stop alla sospensione di 18 mesi previsto dalla Severino solo per i sindaci e una migliore definizione del confine tra le responsabilità politiche e amministrative.

Ma intanto la legge è in vigore e potrebbe "congelare" il sindaco fino all’estate del 2024.

Federico D’Ascoli