REDAZIONE AREZZO

La magistratura lancia il cappello della sfida

I togati si scusano ma contestano i toni del sindaco: "Il costume è disadorno". Il Consiglio di Giostra: "Né copricapo, né medaglione"

Può sembrare una questione di lana caprina, invece è foderata di raso rosso sopra lino bianco. Vi ricordate la magistratura a giugno? All’estrazione delle carriere erano vestiti in una maniera, alla Giostra in un’altra. Al sorteggio con un cappello rosso e un medaglione in bella vista, con il solo copricapo bianco nella notte delle carriere. Quello che li fa sembrare un po’ i Puffi e ha provocato anche le dimissioni del magistrato Sauro Colizzi. Dopo il severo richiamo all’ordine del sindaco Alessandro Ghinelli alla vigilia del Saracino, è arrivata la risposta dei togati guidati da Marco Cecchi che si definiscono "delusi e amareggiati". All’inizio, quel "prendiamo atto, non senza un certo stupore, per la forma utilizzata" nel gergo degli uomini di legge equivale a una sonora bacchettata. I magistrati non negano le responsabilità e si scusano per la "decisione irrituale" anche se i medaglioni e i cappelli sono stati offerti da Luca Bizzarri a tutti i colleghi "in assoluta buona fede" e "non per modificare ma per completare il costume".

La baruffa epistolare, evidentemente, ha radici lontane: "La nostra richiesta di integrare il costume è stata fatta fin dal primo insediamento agli organi competenti – scrivono i magistrati – senza ricevere risposta alcuna".

Nessun passo indietro, quel copricapo rosso s’ha da indossare. E così i magistrati hanno chiesto formalmente al sindaco di sottoporre all’attenzione del Consiglio di Giostra, per un parere, i nuovi copricapi e i medaglioni: "Al fine di poterli indossare nelle prossime manifestazioni giostresche".

Sì, perché la verità è che i magistrati con quel camauro di lino grezzo bianco che si chiama infula, non si piacciono per niente. Lo scrivono a chiare lettere, aspettandosi anche risposte in tempi rapidi: "Le chiediamo di far completare prima della Giostra di settembre i vestiti che appaiono, ictu oculi, non portati a termine e piuttosto disadorni".

Già, ictu oculi (per i latinisti meno attrezzati: a colpo d’occhio) i magistrati a settembre dovrebbero stare senza cappello.

Almeno così scrive nel suo parere non vincolante il Consiglio di Giostra guidato da Martina Municchi e investito della questione. Non ci sono buone notizie per i magistrati: la richiesta di adeguamento del costume è respinta con perdite. Il Consiglio, all’unanimità, si è richiamato al bozzetto contenuto nel libro del Comune del 1983 da cui inizia l’iter per i nuovi costumi realizzati nove anni dopo. "Il costume è da ritenersi completo così come realizzato e indossato dal 1992".

Il Consiglio di Giostra non si ferma ed esprime anche "apprezzamento per il richiamo fatto dal sindaco al rispetto del costume da parte della magistratura, organo di nomina comunale".

Sarà un settembre caldo. Con il cappello o senza.

Federico D’Ascoli