La città cade in buca: strade a pezzi Tangenziale ko, è allarme sicurezza

La mappa delle voragini. Le aree più critiche Giotto, via Calamandrei, via Anconetana e la zona di San Marco

La città cade in buca: strade a pezzi  Tangenziale ko, è allarme sicurezza

La città cade in buca: strade a pezzi Tangenziale ko, è allarme sicurezza

di Alberto Pierini

AREZZO

Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità. Ogni mattina chi sale in macchina si sente come Armstrong, il primo astronauta sulla luna. Anche lui aveva una certa dimestichezza con le buche, il nostro satellite ne è ricco. Ma qui troverebbe pane per i suoi denti.

Molte strade sono a pezzi, in certi casi ai limiti della sicurezza, con vere "botole" che ti si spalancano sotto le gomme. Il quadro? Le zone più devastate sono una bella fetta della tangenziale, via Giotto, via Calamandrei, via Anconetana e via Tarlati. Ma poi ogni quartiere ha i suoi "fiori" all’occhiello.

VIALE DON MINZONI. E’ il nome della tangenziale. Soffre maledettamente in tutto il tratto dalla rotatoria dell’Uci Cinema fino alla Casentinese, in una pioggia di fratture. Una buca clamorosa precede la rotonda per chi arrivi dal centro, ma non è l’ultima. Il rischio sale però soprattutto sul cavalcavia della Lebole: una voragine prima del semaforo di via Fiorentina, poi si procede a sbalzi fino oltre il cavalcavia. Mancano le bandierine, sarebbe un perfetto campo da golf: e ben oltre le 18 buche.

VIA CALAMANDREI. Un percorso di fortuna, specie dalla a Maestà di Giannino alla cittadella delle concessionarie, Su entrambi i sensi di marcia, con buche record a ridosso di via della Fiorandola ma più o meno ad ogni incrocio con il reticolo minore, senza soluzione di continuità.

VIA GIOTTO. Il tratto da fare con le mani incollate al volante va dalla rotatoria fuori via Sanzio alla piazza. La sede stradale è qua e là sconnessa, in particolare all’incrocio con via Tiziano e via Michelangelo. Le radici dei pini ci mettono del loro.

VIA MICHELANGELO. Dei due viali urbani è il fratello povero, quello che nelle favole si veste con gli abiti vecchi di quello ricco. Mentre via Pier della Francesca, grazie ad un’asfaltatura recente, fa una bella figura, l’altro ha bisogno di interventi immediati. La buona notizia è che dovrebbero essere dietro l’angolo.

VIA ANCONETANA. L’asse da via Trento e Trieste dà il peggio di sè prima del ponte per chi arriva dal centro: due buche da pesci rossi davanti a via del Pantano e una serie di voragini fino all’innesto con via Lazzeri, lì dove l’asse principale si dirama.

VIA TARLATI. Prima fratture sulla rotonda che precede viale Santa Margherita, una "tregua" davanti a San Clemente ma breve: prima della rotatoria del Cavallo si balla, poi si ricomincia in direzione degli Archi. Sia a ridosso del semaforo della Catona ma soprattutto sotto l’antico acquedotto, a ridosso della stradina minore che scende dal cimitero.

VIA ROMANA. Il figlio dell’oca nera è prima il tratto all’incrocio con via Tolomeo e poi a ridosso della parrocchia di San Marco: con buche clamorose dall’altro lato della chiesa e poi avanti fino quasi alla deviazione che ci riporta sulla tangenziale.

VIA VENETO. Bene il tratto storico della strada: ma se da via Rismondo giri a destra verso l’esterno addio, è tutta una buca. Sarà risistemato con il rifacimento della piazza: ma quanto ci vorrà?

VIA FIORENTINA. Stesso discorso, c’è un cantiere all’opera per la rotatoria ma intanto la strada è sobbalzi. E non ha la speranza dei cantieri il lato di via Perennio, specie il primo venendo da San Lorentino.

VIA TRICCA. Gira gira è l’esempio positivo. La strada fu il teatro di una ristrutturazione profonda, al di là delle semplici asfaltature. Dopo anni il manto tiene ancora alla perfezione. Incredibile: e se fosse possibile non cadere in buca?