LUCA AMODIO
Cronaca

Intossicazione in chiesa, la rabbia dei genitori. Lettera al vetriolo contro il sacerdote

"È scappato senza pensare ai bambini: nota anonima, prime conferme”. Alcune famiglie sul piede di guerra: "I miei figli svenuti, notte di attesa"

I soccorsi a Pergo (Fotogramma servizio Teletruria)

I soccorsi a Pergo (Fotogramma servizio Teletruria)

Cortona (Arezzo), 8 gennaio 2024 – “Il parroco se n’è andato e ha sminuito il problema: non ha rivolto un pensiero per i bambini". Inequivocabile e perentoria la lettera inviata alla stampa da alcuni genitori della comunità di Pergo dopo l’intossicazione dell’Epifania che ha mandato all’ospedale 13 persone, le metà bambini tra i 5 e i 9 anni. La missiva non è firmata e pare sia stata scritta da un genitore, poi condivisa da altri con i figli in ospedale, ma alcune delle testimonianze di chi era lì, sabato pomeriggio, ribadiscono questa versione, anche se Don Piero ha respinto le accuse dicendosi amareggiato dalla reazione dai parrocchiani. Fatto sta che qualcuno dei presenti starebbe valutando anche azioni legali, aprendo dunque la strada a un contenzioso su quanto accaduto durante la recita in chiesa.

"Le famiglie di Pergo condannano pesantemente le parole del parroco", esordisce il documento. "Ha sminuito il problema, ha parlato di caos dettato dall’emotività - continua la lettera - ha pensato subito alla comunità ecclesiastica colpita ma mai un pensiero per i bambini e le famiglie che in queste ore stanno vivendo attimi di terrore in giro per i vari ospedali della Toscana". E ancora: "Un prete che è letteralmente scappato appena la situazione nella chiesa è diventata critica, per poi riapparire solo quando le forze dell’ordine l’hanno preteso". Infine, i genitori che condividono il contenuto della lettera puntano il dito contro un "prete che, nonostante i malori fossero diventati decine, provava a convincere tutti che il problema non era legato al monossido e ai riscaldamenti". Rabbia sì, tra i parrocchiani, ma non solo: il sentimento prevalente è la paura per i bambini (nell’immagine tratta da Teletruria, la fase dei soccorsi).

Come racconta Lorenzo Moriconi: "Io ho avuto la fortuna di poter guardare ciò che accadeva perché mia figlia aveva sintomi meno gravi degli altri piccoli. Quello che ho visto? Una scena da film: bambini, uno dopo l’altro, che hanno iniziato a perdere sensi". Lui era "lì con mia moglie e mia figlia di 9 anni, stavamo assistendo alla recita dell’Epifania, c’erano anche i bambini più grandi che avrebbero dovuto fare la comunione il prossimo anno - continua Moriconi - poi, dopo quello che è successo, anche noi abbiamo iniziato ad avere nausea, mal di testa e vertigini: per fortuna stare all’aperto ci ha aiutato e così non abbiamo ingolfato la macchina dei soccorsi per mandare avanti chi aveva più bisogno". Matteo Pelucchini ricostruisce quei momenti drammatici: "I primi a svenire sono stati i miei figli, prima il più piccolo che ha 7 anni e poi la bambina di 9, proprio mentre davamo l’acqua al fratellino. Ora stanno meglio ma sono ancora ricoverati e dovranno fare ancora tre cicli di camera iperbarica e poi un ciclo di antibiotici".

Andrea Petrucci, infermiere presente con il figlio alla recita in chiesa, si è precipitato ad aiutare le persone in difficoltà: "Quando il secondo bimbo si è sentito male ho capito che qualcosa non tornava: c’era un’altra collega e abbiamo provato a dare una mano". E aggiunge: "Mio figlio aveva appena suonato la chitarra, faceva il ruolo di uno dei tre Re Magi, poi è successo tutto in una decina di minuti. Non abbiamo aspettato altro tempo e siamo usciti subito, ma senza allarmismo, in modo molto ordinato. Io e mio figlio siamo andati all’ospedale in serata perché i sintomi persistevano, siamo stati dimessi in in nottata e lui nella mattina seguente".