Inquinamento keu: via alla bonifica

La scelta dell’amministratore giudiziario dopo il sequestro dell’impianto: lavori in partenza a ottobre

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*di Francesco Tozzi

Dal mese di ottobre si procederà alla messa in sicurezza dei siti contaminati da keu. Prosegue dunque il percorso di caratterizzazione dei territori inquinati scoperti a seguito dell’inchiesta che ha portato alla luce un traffico illecito di rifiuti industriali in varie zone della Toscana. Per quanto riguarda le azioni da intraprendere nell’impianto di frantumazione inerti della ditta Lerose Srl di Levane, l’iter è complesso. La Regione Toscana "ha diffidato il proprietario a realizzare gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza secondo indicazioni di Arpat, ma ha ricevuto risposta di diniego a intervenire da parte del proprietario", si legge in una nota diramata dall’amministrazione comunale di Bucine.

I sopralluoghi di Arpat hanno accertato lo stato di criticità ambientale e dopo una cabina di regia dove si sono discusse le modalità operative per rimuovere i materiali, il Commissario straordinario per le problematiche connesse al keu ha adottato un decreto per diffidare ulteriormente Lerose all’allontanamento dei materiali stoccati nel sito. i. Gli amministratori hanno così presentato un piano di interventi con l’indicazione dei relativi cronoprogrammi. "Dopo un incontro tenutosi in data 16 giugno tra Regione Toscana, Arpat e amministrazione giudiziaria, si è proceduto a fare le ulteriori e definitive verifiche che dovrebbero concludersi entro questo mese per procedere rapidamente alla messa in sicurezza dei siti" fanno sapere dal capoluogo della Valdambra. Per quanto riguarda invece il Cantiere Tozzi di Bucine, vista la disponibilità del privato ad intervenire direttamente, modi e tempi dell’intervento di bonifica sono stati già delineati.

Anche all’interno di questo lottizzo sono stati rinvenuti metalli pesanti riconducibili al materiale proveniente dall’impianto Lerose di Levane. Sul versante giudiziario, questa estate si sono alleggerite le misure cautelari a carico dell’imprenditore Francesco Lerose, nella cui azienda le polveri derivanti dal trattamento dei fanghi di lavorazione delle concerie sarebbero state miscelate con altri inerti impiegati in edilizia. L’uomo di origini calabresi è tornato infatti in stato di libertà, decisione assunta dal gip di Firenze. A Lerose erano già stati revocati gli arresti domiciliari nel mese di aprile, pertanto su di lui pendeva soltanto un obbligo di dimora. In Valdarno, oltre ai terreni situati a Bucine, sono state rinvenute tracce di keu sotto la nuova strada di accesso alla discarica di Podere Rota nel comune di Terranuova.