
L'insediamento della Provincia: Roberto Vasai (Cristini)
Arezzo, 14 luglio 2021 - Doveva essere un altro giorno della verità nell’inchiesta Agorà, l’impero delle cooperative che rischia di franare su se stesso, diventerà un mercoledì quasi di ordinaria amministrazione, con il personaggio di maggiore spicco, fra quanti cercano di schivare l’interdizione chiesta dalla procura, che sceglie il silenzio.
Sì, Roberto Vasai, ex presidente della Provincia, ex sindaco di Pergine ed ex assessore provinciale, per anni uno dei personaggi di spicco del centrosinistra e in particolare del Pd, si avvarrà stamani della facoltà di non rispondere, una linea concordata con i suoi avvocati Luca Fanfani e Marco Mangiarotti, appena affiancatosi nella difesa.
Il rischio è quello, nel momento in cui gli atti di indagine non sono ancora pubblici, di dire qualcosa che poi in futuro possa pregiudicare la linea difensiva. Meglio allora tacere, meglio non entrare nella diatriba di chi sapeva delle malefatte di Daniele Mazzetti, il dominus del sistema che ha ammesso di non aver pagato le tasse per salvare gli stipendi e la qualità di servizi delle Rsa, e di chi invece era all’oscuro.
Ci sarà tempo più avanti per orientarsi meglio. Mancherà anche un altro personaggio di rilievo, Maria Rosaria Esposito, coordinatrice interna di Agorà, una che con le sue intercettazioni telefoniche aveva contribuito a dare corpo all’ordinanza cautelare del Gup Fabio Lombardo. Ha fatto sapere di essere ammalata e che per lei bisogna cercare un’altra data.
Restano dunque solo due personaggi relativamente minori, come il responsabile amministrativo Alessandro Ghiori e il barista Aniello Sequino, che già nella prima fase delle indagini aveva ammesso di essere stato uno dei prestanomi delle Rsa in cui alla fine decidevano tutto Mazzetti e il suo cerchio stretto.
Certo, rinunciando a rispondere alle domande del giudice, Vasai aumenta le possibilità che nei suoi confronti venga firmata un’interdizione dagli incarichi amministrativi, ma ormai nel suo caso cambia poco: il sistema Agorà, infatti, ha cambiato totalmente faccia, cercando di ripulirsi dalle incrostazioni della gestione Mazzetti.
C’è un nuovo presidente, il perugino Roberto Tassino, e anche un Cda di Reses, il consorzio cui fanno capo tutte le coop satellite, in gran parte rinnovato. L’ex presidente della Provincia, che era il procuratore speciale, è quindi fuori, qualunque decisione prenda a suo carico il giudice.
La nuova gestione, che ha affidato ad alcuni professionisti, un report ad ampio raggio su punti di forza e di debolezza di un impero periclitante, potrebbe anzi avviare un’azione di responsabilità contro gli ex amministratori.