In fuga con 80 mila euro: quattro in banca armati di trincetto, paura tra i clienti

Il colpo al Monte dei Paschi di Cavriglia: il terzo in pochi giorni in Valdarno con la piccola arma. Sotto esame le riprese delle telecamere. Fuori il quinto bandito

Una pattuglia dei carabinieri

Una pattuglia dei carabinieri

Arezzo, 30 gennaio 2020 - Il trincetto va di moda in Valdarno, almeno per le rapine. Un altro colpo, addirittura il terzo nel giro di appena una settimana. Stavolta però a finire nel mirino dei banditi non sono stati i bar, ma un obiettivo più classico, una banca e nello specifico il Monte dei Paschi di Siena di Cavriglia.

Attorno a mezzogiorno e mezzo di ieri quattro individui con i volti coperti da cappucci hanno fatto irruzione nei locali di via Aldo Moro, a due passi dal centro del paese, e mostrando un taglierino hanno urlato ai presenti di non muoversi.

Giovani, presumibilmente, parlavano un italiano senza inflessioni e qui sta la differenza con i due episodi accaduti alla periferia di Terranuova e lungo la Setteponti nel comune di Loro quando i malviventi non avevano proferito verbo. Ma la dissonanza macroscopica riguarda il bottino perché, a quel che si è appreso dalle frammentarie notizie filtrate dal riserbo stretto degli inquirenti, nel sacco dei soliti ignoti sarebbe finita una somma che supererebbe gli 80 mila euro.

Al momento dell’ingresso della banda di fronte e dietro le casse c’era un piccolo gruppo di clienti e impiegati, una decina di persone. I rapinatori hanno fatto balenare la lama davanti al volto dei dipendenti e intimato di aprire la cassaforte e di consegnare il denaro. Quindi, una volta arraffati i contanti, si sono dileguati con la stessa velocità con la quale si erano materializzati.

Probabilmente ad attenderli fuori dall’istituto di credito c’era un complice al volante di un’auto con il motore acceso. Nessuno, da fuori, si è accorto di nulla. L’allarme è scattato immediatamente e sul posto sono arrivati in pochi minuti i Carabinieri della caserma del comune minerario e della Compagnia di San Giovanni che hanno raccolto le prime testimonianze e avviato le indagini.

Di pari passo nella vallata veniva attivato il piano antirapina con posti di blocco e controlli sulle principali vie di comunicazione. Per risalire ai responsabili, che ad ora hanno fatto perdere le loro tracce, sono stati acquisiti dai militari i filmati delle telecamere interne all’agenzia e potranno essere utili anche le riprese della rete di videosorveglianza comunale e del fondovalle.

Un altro martedì nero insomma per il comprensorio valdarnese che si trova a fare i conti con il moltiplicarsi di eventi preoccupanti. Difficile ipotizzare, come detto, un collegamento diretto tra quanto accaduto nel capoluogo dell’ex borgo lignitifero e nella città di Poggio e alle pendici del Pratomagno, dove i raid pur studiati a tavolino e messi in pratica con modalità analoghe hanno fruttato si e no qualche migliaio di euro