"È stata un’azione contro i cittadini e contro il Parlamento". Così la lista civica Castelfranco Piandiscò ha commentato nelle ultime ore il rifiuto del Comune dell’altopiano di rinunciare alle entrate derivanti da multe, sanzioni, interessi e spese cosi come previsto dalla legge sulla rottamazione delle cartelle fino a 1000 euro. Cartelle ritenute inesigibili e più onerose per l’ente pubblico rispetto al tentativo di recupero della somma. Una decisione che hanno preso anche altre amministrazioni territoriali e le critiche dei civici si estendono a tutti gli enti che hanno deciso di non seguire la linea approvata dal Governo a guida Meloni. "Bene ha fatto il Parlamento a cercare di sbarazzarsi di "pesi" che comportano solo un costo di gestione, senza benefici aggiuntivi – ha spiegato l’opposizione - Queste poste in bilancio, che per Castelfranco Piandiscò sono 51 mila euro, a fronte di ben 361 mila euro di crediti sospesi, servono a evitare il default in cui il comune si troverebbe - ha aggiunto il gruppo di minoranza - Ma dal momento che queste somme sono appostate, per lo più, come crediti di dubbia esigibilità, la nostra preoccupazione riguarda le modalità di gestione della finanza nella nostra amministrazione comunale. Nonostante i copiosi cespiti entrati in 10 anni quale bonus per la fusione. "La lista civica ha quindi preso le distanze da una scelta "che - ha spiegato - ha lo scopo di farsi ripianare dalle casse dello Stato un debito che ogni amministrazione per la propria parte ha contribuito a fare, e di cui si deve fare carico".