Il blitz dell’antimafia. Sequestrate a Bibbiena 38 case del clan Picanello. L’ombra del riciclaggio

L’inchiesta della guardia di finanza di Catania tocca la nostra provincia. Incassi da droga, estorsioni e azzardo da ripulire: 15 arresti e 11 denunce.

Il blitz dell’antimafia. Sequestrate a Bibbiena 38 case del clan Picanello. L’ombra del riciclaggio

Il blitz dell’antimafia. Sequestrate a Bibbiena 38 case del clan Picanello. L’ombra del riciclaggio

Le case del clan. Sono 38 i beni immobili sequestrati in Casentino alla cosca catanese di Picanello. Il bilancio aretino dell’inchiesta della guardia di finanza che ha arrestato 15 persone e indagato altri 11. Con in più sigilli ad aziende, immobili, terreni, conti correnti e auto sequestrati per un valore complessivo di 12 milioni di euro.

Sono alcuni dei numeri del blitz antimafia Oleandro: l’accusa principale è di associazione mafiosa. A questa si aggiungono altre ipotesi di reato aggravate dal metodo mafioso: usura, estorsione, traffico organizzato e spaccio di droga, riciclaggio di denaro e reimpiego dei proventi illeciti in attività economiche. Il provvedimento cautelare, su delega della Procura Distrettuale etnea, è stato eseguito, oltre che a Catania e Arezzo, anche a Caltanissetta, Napoli e Udine.

Il provvedimento dispone anche il sequestro di nove attività commerciali a Catania e operanti nel settore dell’edilizia, di 81 fabbricati tra i 43 di Catania e i 38 del Casentino, autovetture e disponibilità finanziarie che superano i 12 milioni.

Una delle attività più redditizie della cosca, che aveva come base operativa una stalla nel quartiere Picanello, sarebbe stata l’erogazione di prestiti a tassi usurari, inseriti in un sistema più ampio di reinvestimento dei proventi rinvenienti dal traffico di sostanze stupefacenti, dalle estorsioni e dal gioco d’azzardo. Gli indagati avrebbero inoltre utilizzato metodi mafiosi per minacciare le vittime e garantirsi il pagamento delle rate di capitale e interessi.

Dalle evidenze investigative sarebbe emerso un meccanismo collaudato con finanziamenti di piccoli tagli, di norma da 500 a 2500 euro, da rimborsare in rate settimanali o mensili con un tasso di interesse oscillante tra il 140% e il 350% su base annua.

Dalle indagini sarebbe inoltre emersa l’esistenza di una cassa comune del sodalizio in cui far confluire i proventi delle attività illecite e da cui attingere per supportare economicamente gli affiliati detenuti o ex detenuti da poco usciti dal carcere e le relative famiglie, sostenendone pure le spese di viaggio in occasione delle trasferte per i colloqui, erogare gli stipendi e pagare gli onorari degli avvocati.

f.d’a.