REDAZIONE AREZZO

Guerrina, negativi i test dei Ris: nessuna traccia di sangue umano in auto o in canonica. Il nodo del telefonino. Incidente probatorio per due sacerdoti africani

Udienza al tribunale del riesame: secondo i Pm è certo che il cellulare sia stato sempre in uso a padre Graziano. Saranno sentiti in anticipo di processo Padre Faustin e il prete nigeriano

Padre Gratien sotto l'assalto dei giornalisti

Arezzo, 19 novembre 2014 - Nuovi sviluppi sul caso di Guerrina Piscaglia, la casalinga di Ca' Raffaello scomparsa da casa ormai dal primo maggio. Si è svolta stamani l'udienza del riesame, chiesto dall'avvocato Luca Fanfani, che tutela padre Gratien: per l'esito i giudici si sono presi tempo fino al 24 novembre, fatta salva la possibilità in questo intervallo di emettere la sentenza in qualsiasi momento. E proprio nel giorno in cui si riuniscono i giudici fiorentini, la procura cala un'altra carta: la richiesta di incidente probatorio per due sacerdoti africani, testimoni importanti del caso. Tra le pieghe spuntano però almeno alcuni dati certi. E' orami certo che le prove tecniche eseguite dai Ris non hanno riscontrato tracce di sangue umano nè nella canonica, e in particolare sul famoso divano, nè nell'auto o nel computer. Ci sono tracce di sudore ovviamente di padre Graziano ma questo è nell'assoluta normalità delle cose. Ed è altrettanto evidente che i Pm nelle loro indagini diano per assodato che il cellulare della donna sia rimasto in possesso del frate dal pomeriggio del primo maggio fino all'ultima traccia di "vita" data dal telefonino, il 24 luglio. Nel pomeriggio del primo maggio era partito il famoso sms al religioso amico di Gratien, considerato un indizio forte: eil Pm Ersilia Spena, che rappresenta la procura in udienza, giudica come un'offesa all'intelligenza e alla logica la controspiegazione del frate, e che cioè lui avesse dato alla donna per sbaglio il numero dell'amico al posto di quello della catechista, alla quale le avrebbe consigliato di rivolgersi per avere un aiuto economico. La difesa ha insistiton sulla sua linea: il fatto che Guerrina non abbia mai contattato il figlio indica la probabilità che sia stata sequestrata o peggio ma non è un indizio talmente forte da giustificare una misura cautelare. E per questo ne chiedono la revoca: si parla, naturalmente, di quel divieto di espatrio dal quale il religioso vorrebbe essere sollevato.

A distanza di poche ore dalla conclusione dell'udienza del Riesame trapela la notizia della richiesta di incidente probatorio per padre Faustin, attuale parroco di Ca' Raffaello, e per il prete nigeriano cui fu indirizzato (secondo gli inquirenti e il Gip per sbaglio) il messaggio partito dal telefonino di Guerrina intorno alle 17,30 del primo maggio, a poche ore dalla scomparsa. Sms agganciato dalla cella di Sestino dove Padre Graziano si trovava con il marito della scomparsa, Mirko Alessandrini.

Lo scopo dei Pm è evidente. I due religiosi sono entrambi stranieri e possono essere destinati ad altri incarichi, anche lontano dall'Italia, prima che si arrivi al processo, se mai ce ne sarà uno, perchè allo stato attuale non ce ne sarebbero gli elementi. Di qui la scelta di sentirli subito, con le stesse garanzie del processo, finchè sono ancora disponibili. Al nigeriano si chiederà conto del sms partito dal telefonino di Guerrina. Stare a lui di confermare che la donna non l'aveva mai sentita nominare e che quindi non aveva senso un messaggio indirizzato dall'una all'altro. Unica spiegazione possibile, secondo i Pm, la loro: che il sms lo abbia inviato il frate congolese per uno sbaglio nella consultazione della rubrica, ovviamente con il cellulare di Guerrina. Indizio evidente di depistaggio, se così fosse, perchè sarebbe stato volto a fare credere che la casalinga era in fuga volontaria: il testo suonava più o meno: fate sapere a mio marito che sono scappata con il mio amoroso.

Quanto a Padre Faustino, è quello che ha raccontato di aver ricevuto dal confratello Graziano la confdenza sul fantomatico "Zio Francesco>, personaggio misterioso che lo avrebbe avvicinato in chiesa, a Sestino, per dirgli che aveva Guerrina in auto e che lei voleva fuggire ma non aveva mezzi e li chiedeva a lui. Il frate avrebbe risposto che lui non aveva soldi ma che li indirizzava a qualcuno, la catechista del paese, in grado di dare aiuto. Lì appunto, dice lui, avrebbe confuso due righe di rubrica telefonica, dando il numero del prete nigeriano invece di quello della catechista. Gli inquirenti lo considerano un altro elemento evidente di depistaggio. Padre Faustino, in incidente probatorio, dovrà confermare quanto già detto ai carabinieri sul racconto di Padre Graziano.