CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

La guerra dei tartufai nei boschi non si ferma: "Colpi di pistola contro un’auto"

Palazzeschi, ex sindaco di Pieve Santo Stefano, è presidente del gruppo di cercatori: "Veicolo bruciato a Ospedaletto, altro caso di un brutto clima che va avanti da tempo"

Cani che cercano tartufi (foto di repertorio)

Cani che cercano tartufi (foto di repertorio)

Sansepolcro (Arezzo), 2 gennaio 2024 – “Vi sono purtroppo fondati motivi per ritenere che si tratti di vendette fra tartufai, anche se ovviamente spetterà a di chi competenza stabilirlo: le auto prese di mira appartengono tutte a cercatori". Chi parla è Lamberto Palazzeschi, ex sindaco di Pieve Santo Stefano (lo è stato dal 2004 al 2009) e oggi presidente dell’Associazione Tartufai Pievani, realtà da poco costituita. Se insomma da altre parti si avvelenano i cani con le polpette, qui i dispetti sono di diversa natura: "Il caso dell’auto incendiata in località Ospedaletto, non lontano dallo svincolo di Valsavignone della E45, è senza dubbio il più eclatante – prosegue Palazzeschi – ma è anche capitato di altro: un colpo di pistola sparato verso un’altra vettura e chiodi disseminati sull’asfalto per bucare le gomme. Una brutta storia che va avanti da tempo".

Ma per quale motivo tutto questo succederebbe?

"La ricerca dei tartufi nel territorio di Pieve è libera, salvo un’area ristretta a Le Vaglie che è diventata tartufaia controllata e nella quale la concentrazione di trifole è maggiore. Pur avendo il Comune una superficie abbastanza vasta (155 chilometri quadrati), sono meno di quanto si possa immaginare le zone nelle quali il tartufo si può trovare. Mettiamoci poi il fatto che la stagione di quest’anno è stata tutt’altro che favorevole, per cui non è difficile risalire alle cause".

Cosa è allora opportuno fare per porre rimedio a questa situazione?

"Credo che intanto debbano essere i tartufai stessi ad assumere un comportamento più civile; episodi del genere sono da stigmatizzare, perché comunque tutti coloro che sono in possesso del patentino hanno diritto di svolgere l’attività; semmai, fra gli obiettivi del 2024 c’è quello di uniformare i calendari, introducendo una stessa data di apertura e di chiusura della cerca che riguardi la Toscana e le regioni confinanti, altrimenti è chiaro che, se noi dovessimo cominciare prima, altri di fuori verrebbero nella nostra zona".

Della questione è stato informato anche il sindaco Claudio Marcelli, nonostante in questo periodo si trovi fuori sede. "Ho saputo anch’io dell’auto alla quale è stato dato fuoco – ha detto il primo cittadino – e mi sono già messo in contatto con la Stazione dei carabinieri".