Giostra, siamo all’ultima spiaggia Vertice in Prefettura: pochi spiragli

La linea che pare emergere tra i rettori è preservare i 390 figuranti senza mascherine. La paura della festa. Ma il vero ostacolo resta il corteggio storico. Difficile arrivi il via libera. Gori: "Un’edizione solo con aretini".

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di Alberto Pierini

Terra d’Arezzo è un cantico ma quest’anno rischiamo di fischiettarlo al massimo in ascensore. Difficile sentirlo esplodere in piazza, quando la tensione è alle stelle e la città aspetta solo di scoprire di quali colori si rivestirà. Oggi l’edizione di settembre arriva all’ultima spiaggia. Una spiaggia istituzionale, il tavolo della sicurezza in Prefettura. Un tavolo intorno al quale mettere il punto agli eventi estivi, per definire cautele e linee di comportamento. Ma che oggi è soprattutto il tavolo della Giostra.

Non a caso il sindaco Alessandro Ghinelli ha voluto che ad accompagnarlo ci fossero l’assessore alla Giostra Gamurrini e i quattro rettori. Non a caso si vedranno insieme un’ora prima per definire una linea comune.

Il quadro? Nuvoloso come certe domeniche di Fiera. Nessuno dei rettori esce allo scoperto. Con poche eccezioni. Tutti chiedono solo di uscire dal palazzo del governo con una certezza. La sintesi? "E’ il momento di prendere una decisione, in un verso o nell’altro, o è difficile condurre un quartiere o chiedere ai cavalieri di allenarsi". Perché nei fatti i preparativi sono da Giostra: tre allenamenti alla settimana, dai prossimi giorni diventerebbero 4 per salire fino a sette nel pieno della vigilia.

Che però rischia di allungarsi fino all’anno prossimo. Da una parte il nuovo protocollo del governo potrebbe allungare l’emergenza oltre il 30 luglio. Dall’altra il clima che filtra dai rettori è chiaro: corriamo la Giostra solo se vera.

Quali gli elementi considerati più o meno inderogabili? La presenza in piazza di tutti i figuranti, in tutto 390, forse qualcosa di più. E figuranti rigorosamente senza mascherine. Pronti a muoversi a ondate, ad abbracciarsi per un bel colpo, insomma a vivere la Giostra? Qui c’è chi punta i piedi e chi no.

Secondo anello il corteggio storico. E l’impressione è che proprio questo potrebbe diventare l’ostacolo insormontabile. La sintesi? La Giostra è la festa di una città, non puoi sfilare in mascherina nè, come in serie A, a porte chiuse. Almeno su questo potrebbero essere trovati correttivi e cautele che evitino i contatti serrati? Difficile. Sarà il tavolo, Prefetto in testa, a dirlo. Sembra invece che nessuno "si impiccherebbe" se venissero per una volta tagliati i posti in piedi o ridotti quelli in tribuna. Semmai i dubbi si estendono al dopo Giostra, alla festa prima in Cattedrale e poi nel Quartiere. Un ruolo chiave è quello del sindaco, ormai la manifestazione è "governata" direttamente dal Comune. Nei giorni scorsi ha ribadito che nel caso "dovrà essere Giostra vera e non un evento succedaneo". Ma su questo poi ci stanno tante declinazioni.

Da Santo Spirito Ezio Gori annuncia che farà una proposta. "Stavolta facciamo un’edizione solo con gli aretini, sempre meglio che rinunciare". Un modo per limitare le presenze, anche se nei fatti la stragrande maggioranza del pubblico e il 100% della passione nascono da qui. E oggi proveranno a scendere in campo, sull’ultima spiaggia delle Giostre 2020.