LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Saluto il mio Cantuccio". Gabriella lascia il ristorante dopo 27 anni. La cena con Patti Smith

La scelta chiude un’epoca che ha segnato la storia della città: "Grata a mamma Augusta". A tre giovani la nuova gestione

Gabriella Bianchi, ha aperto la trattoria nel 1997

Gabriella Bianchi, ha aperto la trattoria nel 1997

Arezzo, 26 maggio 2024 – C’è il sorriso di Helen a spalancare le porte della cucina, con la "squadra" al lavoro tra pentole e primizie. Ci sono le lacrime di commozione di Gabriella, a raccontare quasi trent’anni di storia. Dieci in più nella ristorazione, per lei che nel 1997 decise il grande salto: acquistare una trattoria e mettersi alla prova, dopo la gavetta in quella di famiglia, l’Agania dove aveva imparato il mestiere al fianco del marito Antonio - per gli aretini "Il Topo" - nel solco della capostipite Caterina.

Una lunga storia di passione, fatica, successi e tanta umiltà, che ora arriva al suo traguardo. E per il Cantuccio, storico locale del centro, segna un giro di boa. Decisivo. Gabriella lascerà la sua trattoria il 3 giugno dopo aver ceduto la gestione "a tre giovani molto intraprendenti" che a stretto giro inaugureranno il nuovo corso. Lei, sempre tra la cucina e la sala con la cura verso i clienti "come si fa in famiglia" e i dipendenti "che non mi hanno mai abbandonato, neanche nei momenti difficili", racconta il suo cammino, non sempre in discesa.

Appesi alle pareti ci sono i ricordi che non si cancellano: come la cena al Cantuccio di Patti Smith. "Lei così riservata, quella sera fu straordinaria, perchè finì per accennare un pezzo del suo cavallo di battaglia. Indimenticabile!" esclama Gabriella che ora fissa lo sguardo sul biglietto lasciato da Michele Placido, qui dopo una pièce al Petrarca. C’è scritto: "Un bacio a Gabri, due baci ad Augusta". Già, Augusta la roccia sulla quale Gabriella ha costruito un’attività che rappresenta un pezzo - prezioso - della storia della città. "Sono grata alla grande mamma Augusta, una forza della natura: mi ha fatto credere nelle mie potenzialità incoraggiandomi ad aprire il ristorante e trasferendo a tutti la passione per la cucina". La "squadra " resterà ai fornelli del Cantuccio: cinque dipendenti come i moschettieri, tutti per uno e uno per tutti.

"Sono molto uniti, tre di loro sono il top". Usa il "siamo" perchè - oltre la qualità della cucina - tra i segreti dei 27 anni sulla cresta del Cantuccio richiama "l’umiltà. Ogni giorno entro al lavoro con loro, in cucina, condividendo tutto, senza mai mettermi un gradino sopra. Questo stile ci ha permesso di andare avanti nei ventisette anni di attività". Gabriella lascia il timone della trattoria "a malincuore, ma dopo una decisione ponderata con i miei tre figli abbiamo dato la precedenza al ristorante di famiglia da cinque generazioni. I fine settimana andrò ad aiutarli, ma qui adesso mi fermo". Nell’album del Cantuccio un posto speciale è per i suoi clienti: "Un rapporto bello, vero, ho ascoltato consigli e critiche, li ho accolti come a casa mia". Dal suo osservatorio ha visto la città cambiare. "In questi anni la valorizzazione del turismo ha lanciato Arezzo a livello nazionale".

Dice grazie "ai ristoratori coi quali ho avuto un ottimo rapporto, mai rivalità", e un pensiero speciale va "ai miei figli: da piccoli li ho un pò trascurati ma non me lo hanno fatto pesare. Insieme abbiamo costruito tanto", e "ai miei migliori amici", mentre al Cantuccio si affacciano i primi clienti. È mezzogiorno e tra le pietanze che profumano di buono, svetta il re del Cantuccio: il coniglio in porchetta. Con al fianco la sua regina: la pasta fata in casa. Come mamma Augusta ha comandato.