
Il sindaco Chiassai blocca il piatto alternativo: "Verifiche su chi è ancora moroso". No dell’istituto Magiotti alla stretta sui ragazzi. Il regolamento resta in vigore.
Il pasto alternativo è stato sospeso e, nel frattempo, le famiglie morose, che da 13 sono scese a 11, verranno contattate dai servizi sociali per conoscere le motivazioni del mancato pagamento. Arriva una prima svolta nella vicenda del "pane e olio", che da Montevarchi si è propagato oltre i confini territoriali, arrivando a riempire le cronache di giornali e tv nazionali.
Ad annunciare la novità è stata la sindaca Silvia Chiassai Martini, che ha anticipato lo stop ieri mattina intervenendo a "Mattino Cinque News", la trasmissione di Canale 5. Decisione poi confermata nell’arco della giornata, dopo l’accertamento sui pagamenti delle famiglie morose."Abbiamo verificato che delle 13 famiglie indietro con i pagamenti solo 2 avevano salodato. Un numero ridotto che si può gestire. Quindi ho dato disposizioni di sospendere il pasto sostitutivo alla mensa, ripristinando quello regolare per tutti i bambini e di convocare i genitori morosi per capire per quale motivo non hanno rispettato il regolamento comunale. Se sarà necessario, interverranno i servizi sociali per le famiglie che da sole non ce la fanno".
I bambini, quindi, da ieri, sono tornati a pranzare secondo il normale menù, come avviene per i loro compagni. E la fettunta è tornata in frgo, al suo posto nei piatti è tornato il ragù.
Tuttavia, il provvedimento del pasto sostitutivo, previsto nel regolamento comunale, resta invariato e la sindaca Chiassai è pronta a ripristinarlo se nei prossimi mesi altre famiglie non rispetteranno il pagamento della retta mensile.
Tutto è nato a seguito di una serie di controlli dell’ente sulle morosità del servizio mensa nel comune di Montevarchi. Dopo cinque mesi dall’inizio dell’anno scolastico si è arrivati ad un’insolvenza di 85.000 euro. "Siamo quindi intervenuti sollecitando le famiglie al pagamento e questo ha portato ad una riduzione immediata della cifra, che è scesa a 6000 euro. In base al regolamento –ha spiegato Chiassai - le famiglie hanno un mese di comporto durante il quale il Comune garantisce comunque il pasto anche se il genitore è moroso. Durante questo periodo la famiglia riceve sollecitazioni continue da parte dell’ente tramite telefonate, mail e messaggi dove si invita a regolarizzare il pagamento del servizio mensa, altrimenti come da regolamento, al 31º giorno di morosità si passa al pasto sostitutivo, deciso dalla dietista della mensa". Eccoci così arrivati al "pane e olio" e a tutte le polemiche che sono esplose.
Nel frattempo c’è da segnalare una presa di posizione netta e unanime. E’ quella del consiglio d’istituto del Comprensivo Magiotti di Montevarchi, che ha espresso il proprio dissenso riguardo alla somministrazione del pasto alternativo ai bambini. Uno dei punti centrali della posizione assunta dall’organo scolastico riguarda la natura stessa del tempo mensa, considerato parte integrante dell’orario di scuola e, dunque, un diritto garantito dalla Costituzione. Contestualmente, è stata ribadita la necessità di una distinzione netta tra i ruoli e le competenze della scuola e quelle del Comune: mentre l’istituzione scolastica si occupa della didattica e della formazione, spetta all’amministrazione locale la gestione del servizio mensa, compresa la riscossione dei crediti nei confronti delle famiglie morose.
La vicenda, intanto, sarà uno degli argomenti centrali del prossimo consiglio comunale, con le opposizioni che annunciano battaglia.