
Fondazione Piero con i big della National Gallery
di Claudio Roselli
Un autentico "colpo grosso" in favore di Piero della Francesca e di Sansepolcro. L’attuale direttore della National Gallery di Londra, Gabriele Finaldi (nella foto), è stato infatti nominato membro effettivo del Comitato Scientifico della Fondazione intitolata al sommo artista biturgense. Finaldi è un apprezzato storico dell’arte, museologo e curatore d’arte britannico di chiare origini italiane, voluto nell’organismo dalla presidente della Fondazione, Francesca Chieli, con pieno accoglimento da parte del consiglio di amministrazione. La Fondazione, del resto, sin dalla sua nascita vanta una prestigiosa storia scientifica alle spalle e nel comitato, coordinato da Antonio Paolucci, già direttore dei Musei Vaticani, figurano i grandi nomi della Storia dell’Arte, fra i quali Salvatore Settis, Carlo Bertelli e Marisa Dalai Emiliani.
Di elevato livello anche gli esperti nel settore museale e della conservazione come Giorgio Bonsanti, Davide Gasparotto, Stefano Casciu e Cecilia Frosinini. Una rosa di studiosi che si impreziosisce ora di un nuovo e prestigioso nominativo, proprio all’indomani dell’acceso dibattito sul restauro della Natività di Piero operato dall’istituto inglese. "Un percorso necessario – ha dichiarato la presidente Chieli – perché molto del patrimonio pierfrancescano è esule in terra straniera da più di due secoli e questo ‘pellegrinaggio antiquario’, che ha segnato profondamente la storia artistica del territorio nazionale, deve essere oggi motivo di dialogo, confronto e serena riflessione". Molto soddisfatta anche l’assessore alla cultura, Francesca Mercati: "L’ingresso di Gabriele Finaldi segna con decisione il percorso legato al rilancio della Fondazione e voluto dalla nostra amministrazione fin dal suo insediamento". Ciò permette alla stessa Fondazione di avere un carattere di internazionalità, fondamentale nello sviluppo di iniziative future".
E intanto, la Resurrezione di Piero della Francesca è in salute? Pare proprio di sì. A cinque anni di distanza dall’accurato restauro (con riapertura al pubblico il 25 marzo 2018), sono state effettuate le verifiche sullo stato di conservazione del capolavoro, terminate nel pomeriggio di giovedì. L’intervento di manutenzione è stato affidato a due funzionari restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Maria Rosa Lanfranchi e Paola Mariotti, in collaborazione con l’altro restauratore, Umberto Senserini, ex funzionario della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo. L’esito è stato senza dubbio positivo.