Fimer: martedì il ritorno in fabbrica Ma materie prime solo per due turni

La tensione resta: incrociano le braccia le aziende dell’indotto legate alla logistica per arretrati non pagati

Fimer: martedì il ritorno in fabbrica  Ma materie prime  solo per due turni
Fimer: martedì il ritorno in fabbrica Ma materie prime solo per due turni

di Francesco Tozzi

TERRANUOVA

Due giorni a malapena di produzione, poi la grande locomotiva del Valdarno si fermerà ancora. Prosegue il calvario della Fimer di Terranuova, in attesa di chiarezza sull’operazione Clementy, l’ennesimo cambio di cavallo in corsa in questa vertenza senza fine. Lunedì si ricorrerà ai contratti di solidarietà, poi da martedì si tornerà in fabbrica, ma il materiale continua a scarseggiare. Sarà forse sufficiente per 16 ore di lavoro e da lì in avanti le maestranze potrebbero ripiombare nell’incubo.

Oltre alla richiesta di un incontro al ministero per avere rassicurazioni sulla disponibilità di capitali da parte del fondo d’investimento, c’è un altro fronte aperto negli ultimi giorni che sta rallentando la produzione. Una voragine l’ammontare di debiti dell’azienda di Vimercate verso coloro che garantiscono l’approvvigionamento delle materie prime. Per questi soggetti la misura è colma e attendono un qualche segnale dal gruppo brianzolo prima di tornare alla normalità.

Le sigle sindacali sono fiduciose e ritengono che la situazione di stallo, già a partire dalla prossima settimana, potrà sbloccarsi. Ma questo avverrà solo con lo sblocco di alcuni pagamenti nei confronti dei creditori. Nell’ultima assemblea con gli operai, i rappresentanti dei lavoratori hanno riportato quanto appreso dal Cda: "Abbiamo fatto un passaggio doveroso con i dipendenti dopo l’incontro con i vertici, ma purtroppo nel frattempo non abbiamo registrato particolari passi in avanti".

A rilanciare un faccia a faccia con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è stato nelle ultime ore il sindaco di Terranuova: "Per approfondire meglio la situazione - ha spiegato Sergio Chienni - abbiamo chiesto assieme ai sindacati e alla Regione Toscana un incontro con il ministero.

È stato ripetuto più volte che noi non ci fidiamo di ciò che sta accadendo perché purtroppo i fatti hanno smentito le parole. Dobbiamo appurare che quanto ci è stato detto corrisponda alla realtà e soprattutto qual è il piano di salvataggio di questa azienda che, ricordiamo, continua ad avere un importanza fondamentale per la nostra comunità". L’amministrazione, la Regione e la triplice vogliono dunque andare fino in fondo per comprendere quanto sia attendibile l’ultimo colpo di coda della proprietà. E sopratutto chiedono tempi certi per l’immissione di liquidità, fondamentale per rimettere in moto gli ingranaggi del colosso dell’energia rinnovabile.