Fimer, intesa a rilento Due mesi per l’affare

A fine giugno, scadrà la proroga concessa dal Tribunale per concretizzare l’accordo

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Secondo incontro conoscitivo dei possibili investitori della Fimer. Si è svolta nel pomeriggio di ieri la riunione in videoconferenza programmata dalla Regione Toscana con i rappresentanti del fondo inglese Attestor, uno dei due soggetti indicato dalla dirigenza del gruppo di Vimercate, durante l’ultimo tavolo al Mise, tra quelli con le trattative in stadio più avanzato insieme alla Certina Group, holding industriale con sede a Monaco di Baviera. Al vertice hanno preso parte gli esponenti della società la cui casa madre è in Brianza, il consigliere per il lavoro e le crisi aziendali del governatore toscano Valerio Fabiani, le organizzazioni sindacali di categoria di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil e le Rsu. E proprio come era avvenuto nel precedente faccia a faccia con Certina, i presenti hanno potuto a grandi linee approfondire la conoscenza, ancorché parziale, del fondo britannico. A quanto si è appreso, il potenziale partner ha chiarito di essere interessato al business delle energie rinnovabili e di essere impegnato nell’analisi e nelle valutazioni della situazione della Fimer, operazioni propedeutiche a una possibile intesa. L’impressione ricavata dal momento di confronto è quindi quella di una fase interlocutoria che stride con la necessità di fare in fretta invocata a gran voce dai lavoratori, circa 450 diretti e oltre 300 dell’indotto, e richiesta da sempre dai sindacati e dalle istituzioni. D’altronde tra meno di due mesi, a fine giugno, scadrà la proroga concessa dal Tribunale di Arezzo alla Fimer proprio per darle modo di concretizzare un accordo in esclusiva con un potenziale nuovo socio in grado di contribuire alla soluzione dell’impasse finanziario. Operazione indispensabile per escludere scenari a dir poco foschi per l’industria valdarnese, ovvero l’amministrazione controllata o il fallimento.