
di Alberto Pierini
Saranno pure sfrattati ma almeno potranno scegliere "casa" nuova con un mese di anticipo. A dicembre la morsa tra il mercatino tirolese e le regole Covid accenderà il rosso davanti a buona parte degli espositori di piazza Grande. Gli espositori della Fiera, i padroni della piazza per dieci weekend all’anno: due eccezioni, quella storica della Giostra e quella recente della città di Natale. Stamani doppia spunta: una per chi non ha posto fisso all’edizione di novembre e una per chi lo perderà a dicembre. Alternative?
La piazzetta sotto il Vescovado, via Ricasoli, via dell’Orto: ed eventuali "buchi" liberi sul percorso. Ma intanto parte la nuova edizione. Una Fiera in risalita da qualche mese e a ottobre premiata con una due giorni da record. Mancavano gli espositori "stregati" da Parma e che oggi torneranno in forze, sperando di ritrovare quello che hanno vissuto nei racconti di un mese fa.
La Fiera va per ora sull’abbrivio di una formula vincente: non collaterali, non innesti, non bandi per aumentare i banchi. Solo l’idea di "discover" che procede, le risorse messe a disposizione di chi arriva per sostenere le spese sia di alloggio che degli acquisti tra i banchi.
Intorno tante idee ma acerbe: le aste, ad esempio, interrotte anni fa. E i ritocchi al percorso, stretto quando le cose vanno bene, esagerato quando vanno maluccio. Tra le curiosità il valzer delle piazze. Gli artigiani, che con un gergo da incubo vengono chiamati non professionisti, restano per ora a Sant’Agostino. E gli spuntisti alla Badia, o meglio no perché alla fine del salmo nessuno la sceglie. Ma a dicembre a Sant’Agostino dovrebbe esserci un mercato straordinario.
A quel punto? "Stiamo valutando – risponde l’assessore Simone Chierici – se confermarli lì dividendo in due la piazza o trasferirli". Agostino o Badia: perché a dicembre anche Guido Monaco sarà sold-out per gli artigiani di Natale. Un valzer che prima o poi dovrà portare ad una scelta definitiva. Dubbi su dicembre e punti interrogativi anche su gennaio: l’edizione di partenza del 2022 cade il primo e il 2.
Esattamente come nel 2018, meglio di quando coincide con San Silvestro e Capodanno. Però una data scomoda: e tra le ipotesi estreme c’è il trasloco sull’8 e sul 9 gennaio, che non è un film di Ficarra e Picone ma il weekend successivo. A volerci scommettere ci sarebbe anche il margine per una quattro giorni dalla Befana, soluzione che verrebbe incontro alla necessità della Città di Natale di rafforzarsi dopo la chiusura dei tirolesi. Ma i tempi sono stretti, o decidi subito o mai più, in un mondo che senza una buona promozione è destinato alla bocciatura. Ultima variabile? Se mantieni la Fiera al primo, piazza Grande è interdetta alla festa dell’ultimo dell’anno. E il valzer riprende.