"Fai troppo rumore": paziente di 80 anni molla uno schiaffone e mette ko l'infermiere

Finisce. L'episodio nel reparto di cardiologia del San Donato. Il pestato ha riportato ben 34 giorni di prognosi

Ospedale(Foto archivio)

Ospedale(Foto archivio)

Arezzo, 19 ottobre 2018 - E’ il mondo alla rovescia, quello nel quale gli osti pestano i clienti e i malati picchiano gli infermieri. Eh sì, perchè tra le pieghe dei casi che approdano nelle aule di giustizia, dopo quello del ristoratore che ha rotto tre costole e il naso all’avventore che aveva chiesto il conto dopo i soli antipasti, adesso spunta anche la storia del paziende che prende a schiaffoni colui che in ospedale era addetto a curarlo.

Succede in uno dei reparti più delicati del San Donato, l’unità di terapia intensiva coronarica, come a dire le stanze nelle quali approdano coloro che hanno seri problemi di cuore. E’ uno di loro, appunto, il protagonista di questo nuovo episodio di violenza. Un vecchietto bello arzillo, visti i suoi ottant’anni abbondanti e la forza con la quale ha mollato il famigerato ceffone, testimoniata dalla prognosi di guarigione per la sua vittima.

Tutto comincia quando l’anziano, crotonese di origine, si infastidisce perchè l’infermiere, 48 anni, quasi la metà dei suoi, sta chiacchierando in reparto con alcuni colleghi. Sia ipersensibilità individuale o sia che le voci si alzano davvero troppo, il paziente comincia a lamentarsi. In principio lo fa a parole: state facendo troppo rumore. Poi passa ai fatti: lo schiaffone che si abbatte sulla parte sinistra del volto dell’infermiere, fra la guancia e l’orecchio.

Chiunque di noi sa che c’è sberla e sberla. Di solito, non lasciano neppure segni, solo tanta rabbia in chi li subisce. Qualche volta, se sono mollati con particolare forza, arrivano a provocare un arrossamento, magari l’impronta delle dita. Ma quello del vecchietto in ospedale deve essere stato uno schiaffone super, perchè per la vittima comincia una vera e propria odissea. Intanto perchè volano via gli occhiali e già questo è bel fastidio, ma quelli che sorprendono soprattutto sono i tempi di guarigione: addirittura 34 giorni, peggio di una frattura, che di solito si salda in un mese quando non è scomposta.

Fatto sta che coi certificati si supera la soglia delle lesioni lievi, quelle che sono perseguibili a querela di parte, e si arriva all’inchiesta d’ufficio. L’ottantenne insomma passa dalla stanza della terapia coronarica all’aula del tribunale, dove il processo è cominciato nei giorni scorsi davanti al giudice Claudio Lara. A vestire i panni dell’accusatore è il Pm Bernardo Albergotti.

Sono già stati sentiti tutti i testimoni dell’accusa, che hanno confermato i fatti: lo schiaffone c’è stato e a mollarlo è stato l’arzillo vecchietto. Poi l’udienza è stata aggiornata per ascoltare i testi della difesa e arrivare alla sentenza. C’è solo da sperare che non si incrocino mai a Palazzo di giustizia l’oste che ha pestato il cliente, anche lui in attesa di verdetto, e il vecchietto col vizio del ceffone: insieme potrebbero diventare una miscela esplosiva.