LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Export, sfreccia la locomotiva italiana. Primi nella crescita e l’oro raddoppia

La performance aretina fa della Toscana il nuovo nord est: ma nel bilancio piange il settore moda .

L’export aumenta del 45,6% e diventa il primo motore della crescita regionale Gioielleria e oreficeria corrono:. +119,8% rispetto allo stesso periodo del 2023

L’export aumenta del 45,6% e diventa il primo motore della crescita regionale Gioielleria e oreficeria corrono:. +119,8% rispetto allo stesso periodo del 2023

Meno male che Arezzo c’è. Lo dicono da sempre gli aretini, poco inclini alla falsa modestia, ma dovrebbe cantarlo tutta la Toscana e in coro il centro Italia. Perché Arezzo l’ha trainata lì dove nessuna regione è riuscita a spingersi. Lo aveva anticipato lo studio dell’Istat, registrando nella pur lieve flessione dell’export nazionale (-0,4%) un’impennata del centro (+4%) e un acutodella regione, fino alla soglia del 13,6%, il miglior contributo dato a livello nazionale al mondo degli affari nel 2024 rispetto al 2023. Roba inarrivabile non solo per la Basilicata, maglia nera con un -42%, ma perfino per Veneto e Liguria, e che fa della Toscana il nuovo nord-est. Toscana? Sarebbe più facile parlare di Arezzo. Perché nell’escalation pesano un po’ articoli farmaceutici, chimico, medicinali e botanicim ma l’assoluta parte del leone è quella dei gioielli, con un balzo in avanti stimato nel doppio rispetto all’anno precedente. Impressionante, un aumento di oltre il 100%. Con l’Istat a indicare in Arezzo la provincia locomotore delle esportazioni, seguita, ma solo da lontano, da Firenze, Latina, Lodi e Monza. Un assaggio dai mille sapori al quale la Camera di Commercio unisce gli ingredienti più eclatanti. Raccontano di una gioielleria che spicca il volo, del fronte lingotti che comunque vola: è vero, una parte da protagonista la esercita la Turchia, le cui leggi frenano la vendita di oro grezzo ed esaltano quella di oro lavorato, che in Europa è diventata una porta dalla quale passano anche altri mercati. Quindi un fattore potenzialmente friabile ma che intanto c’è e disegna un ruolo aretino di traino non solo dell’economia regionale ma anche di quella nazionale, e che a questo punto grazie alla Camera di Commercio si delinea con tutte le cifre sul fenomeno Arezzo. Eccole. I dati del quarto trimestre 2024 evidenziano un valore dei flussi verso l’estero pari a 4 miliardi e 544 milioni. Dal confronto con lo stesso periodo del 2023 l’export aumenta del 45,6% e diventa il principale motore della crescita regionale (13,6%). Gioielleria e oreficeria corrono. Il comparto cresce del +119,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 portando il consuntivo di fine anno a circa 7,7 miliardi di euro, in aumento del 119,3% sul 2023. "In questo caso il prezzo dell’oro ha un impatto non determinante per il risultato finale (+22,9%) e, al contrario, avrebbe potuto rappresentare un possibile freno alle vendite per i massimi storici raggiunti dalle quotazioni del metallo", osserva il presidente dell’ente camerale Massimo Guasconi. La tendenza è positiva anche per buona parte degli altri distretti orafi, anche se su livelli nettamente inferiori a quelli aretini: Vicenza cresce del 14,9% con Milano (+2,5%). Fa eccezione Valenza -1,8%. L’exploit aretino è legato a doppio filo - d’oro - al mercato turco, che dalla fine del 2023 ha numeri da capogiro: le esportazioni nel 2024 volano oltre i 4,7 miliardi con una crescita del 523,3% rispetto al 2023. In crescita anche gli altri mercati:Emirati Arabi (+7,9%), Usa (+6,5%) e Francia (+13,9%), eccetto Hong Kong (-14,4%). "I metalli preziosi seconda voce delle esportazioni aretine registra un quarto trimestre con un +30,5% e un consuntivo annuale a +18,2%. La spinta fornita dall’incremento del prezzo dell’oro (+22,9%) è determinante e maschera una quasi stazionarietà delle vendite reali", spiega il segretario generale Marco Randellini. La moda. "Si conferma il trend in controtendenza rispetto al livello regionale e nazionale. Il quarto trimestre si chiude con un +3,1% che porta il consuntivo 2024 a circa 721 milioni, (+3,3% rispetto al 2023). Se l’abbigliamento accusa una battuta di arresto (-2,6%), la pelletteria (+14,1%) e le calzature (+9,1%) mostrano segnali positivi da verificare con i dati di inizio 2025. Che sarà un anno sull’altalena tra instabilità geopolitica e incognita dazi.