Elezioni europee, Francesco Cappelletti è il candidato aretino LibDem

"I temi europei sono numerosi ed urgenti, per questo motivo necessitano di una politica che sia poliedrica ed incisiva”

Francesco Cappelletti

Francesco Cappelletti

Arezzo, 7 giugno 2024 – Francesco Cappelletti è il candidato aretino LibDem per la lista di Stati Uniti d’Europa alle prossime elezioni europee. Originario del Casentino, dopo la maturità al liceo classico-musicale di Arezzo ha conseguito due lauree, in Relazioni Internazionali all’Università di Firenze e in World Politics al MGIMO di Mosca.

Specializzato in sicurezza informatica, telecomunicazioni e nuove tecnologie, ha proseguito la sua carriera accademica con un dottorato in legge alla Vrije Universiteit Brussels (VUB), dove attualmente è anche professore a contratto della Brussels School of Governance, dove tiene corsi su disinformazione, cybersecurity e comunicazione strategica.

Si occupa di analisi e ricerca a supporto delle attività del Parlamento Europeo, su tematiche quali la digitalizzazione, sostenibilità e politica industriale. Adesso la sfida per entrare nel Parlamento Europeo.

"I temi europei sono numerosi ed urgenti, per questo motivo necessitano di una politica che sia poliedrica ed incisiva - spiega Cappelletti - Sarebbe stato bello discuterne con altri candidati durante questa campagna, ma in pochi hanno parlato di Europa durante questo mese.

A poche ore dal voto, è fondamentale ricordare ai cittadini e cittadine l’importanza di queste elezioni, dei temi determinanti per il futuro dell’Europa e dell’Italia nei prossimi cinque anni. Personalmente credo che questo futuro debba poggiarsi su tre pilastri fondamentali: sicurezza, competitività e sostenibilità, con un ruolo determinante per i giovani e un’attenzione quasi ossessiva da parte di chi verrà eletto verso il proprio territorio.

La sicurezza è vitale per garantire un’Europa protetta dai rischi geopolitici e autosufficiente nel settore produttivo. Non possiamo più permetterci un’Europa frammentata in piccole nazioni. Il mondo è in tumulto e chiudendosi in sé stessi, i vincitori di questa inerzia sono quei regimi illiberali che manipolano gli apparati statali e che impiegano la guerra come strumento di politica estera, un’estensione della democrazia. Inoltre, l’adorazione per la sovranità nazionale complica enormemente, se non rende impossibile, il progresso verso una difesa comune consolidata.

I veti nel Consiglio dell’Unione Europea, le competenze limitate dal Trattato di Lisbona, la riluttanza a prendere decisioni audaci a difesa degli interessi nazionali e le difficoltà nell’ampliare la nostra industria della difesa sono tutti elementi che paralizzano la nostra coesione europea. È essenziale una trasformazione verso gli Stati Uniti d'Europa per superare questi ostacoli".

Tema cardine del proprio programma la sicurezza. "Che significa anche ridurre la nostra dipendenza da fonti esterne poco affidabili nelle catene di approvvigionamento e sviluppando energie e risorse rinnovabili. La sostenibilità deve quindi essere al centro del nostro modello di sviluppo.

Dobbiamo promuovere un’Europa che tuteli l'ambiente, ma che operi allo stesso tempo in sinergia con il settore produttivo. Questo implica adottare pratiche produttive sostenibili, ridurre le emissioni di carbonio, proteggere la biodiversità e promuovere un uso responsabile delle risorse naturali.

Ma dobbiamo anche incoraggiare il consumo sostenibile e supportare le iniziative volte a ridurre gli sprechi. Il cambiamento climatico non è un’opinione, è un fatto da affrontare con urgenza.

Tuttavia, è essenziale comprendere gli impatti e i compromessi delle decisioni recenti per garantire che la loro attuazione sia efficace, evitando di penalizzare le piccole e medie imprese, gli agricoltori, il settore dell’artigianato e tantomeno usando i cittadini come strumento finanziario della transizione green.

Propongo un approccio eco-pragmatico e realistico. Invece di seguire un’unica via ideologica verso la sostenibilità, dovremmo esplorare percorsi diversi, includendo incentivi per l’adozione di nuove tecnologie e offrendo flessibilità nelle politiche future per permettere al mercato libero di adattarsi ai cambiamenti".