Edilizia, i dannati del superbonus 110% "Crediti bloccati: costretti a licenziare"

General contractor, geometra e commercialista su ritardi e cambi di regole: "Aziende al collasso, se non sbloccano i soldi chiudiamo"

Da sin. Andrea Carnevali, Gianni Caporali e Alessandro Cappelli

Da sin. Andrea Carnevali, Gianni Caporali e Alessandro Cappelli

di Federico D’Ascoli

"Ho assunto due persone solo per gestire tutte le pratiche edilizie dal 2020 a oggi ma se non sbloccano in tempi rapidi qualcosa non cambia in tempi rapidi sarò costretto a licenziarle. E non so se andando avanti così dovrò chiudere la mia azienda. È una cosa inaccettabile".

Il superbonus 110% sembrava uno degli strumenti più efficaci per far ripartire l’economia promuovendo il risparmio energetico ma il decreto antifrodi che ha cercato di fermare il malaffare nato intorno alla misura rischia di penalizzare anche coloro che si comportano secondo le regole.

Andrea Carnevali è un general contractor che si occupa da anni di energie rinnovabili, insieme al geometra Gianni Caporali e al commercialista Alessandro Cappelli forma un gruppo di professionisti che offrono un servizio "chiavi in mano" con lo sconto in fattura per rinnovare in maniera ecosostenibile la propria abitazione.

Solo in provincia di Arezzo si stima che siano oltre un migliaio i cantieri aperti per un valore degli interventi che supera addirittura i 100 milioni di euro. Ma la realtà è molto più complessa di quella che sembra.

"Le aziende sono al collasso – dicono in coro Carnevali, Caporali e Cappelli – soprattutto quelle che si sono fidate dello Stato e delle Poste offrendo lo sconto in fattura, ossia con i lavori a costo zero per i clienti. Da dicembre a oggi, quando è entrato in vigore il decreto antifrodi, i crediti non sono più cedibili, così soltanto noi abbiamo oltre un milione di cassetto fiscale ma non possiamo utilizzarlo. Nel frattempo abbiamo comprato materiali, ponteggi e dobbiamo pagare i nostri dipendenti. me lo faccia dire: è una vergogna".

Una situazione che anche a livello locale si sta consumando nel silenzio sostanziale delle associazioni di categoria e degli ordini professionali. "Le aziende si sentono abbandonate al loro destino – continua Carnevali – il cambio continuo di normative, ne stanno per arrivare di nuove a giorni, ha reso il nostro lavoro impossibile. Ma è soprattutto il blocco delle risorse da quasi sette mesi a questa parte che rischia di trasformare il bonus in un boomerang per tante aziende che si sono impegnate nei lavori e che oggi rischiano il fallimento per l’inefficienza dello Stato che ha stabilito regole per poi cambiarle in corsa e non rispettarle".

A tutto questo c’è da aggiungere il ben noto aumento esponenziale dei costi delle materie prime: "Si rischia la paralisi dei cantieri – dicono i tre professionisti – vanno assicurate alle imprese la copertura delle spese effettivamente sostenute, altrimenti saranno tante le aziende costrette a chiudere".